di Marina Betto
La valorizzazione delle meraviglie della Sicilia è da oltre 20 anni l’impegno della “Sicilia di Ulisse”, l’associazione fondata nel 2002 che unisce 52 eccellenze siciliane tra ristoranti, pasticcerie storiche, hotel di charme e cantine partner, per un totale di 1500 addetti e un fatturato di 180 milioni di euro, presieduta da aprile 2024 da Tony Lo Coco.
Il viaggio in Sicilia come ogni viaggio, deve essere fatto alla scoperta dei luoghi, paesaggi, siti archeologici e naturalistici, cibo e vino, esperienze culinarie, attraverso le quali incontrare e connettersi con l’altro, con il diverso da noi. Il nome, che il congresso biennale dell’associazione ha organizzato a Palermo i primi di novembre, è stato “GENSY” (dal latino gens, gente, stirpe, comunità); il Grand Hotel et Des Palms Palermo è stato teatro di questo incontro associativo, una tre giorni organizzata per confrontarsi su vari temi e dedicata al cibo, il vino, l’accoglienza e il viaggio. Chef, produttori di vino, operatori nel settore dell’ospitalità, giornalisti e lo stesso sindaco di Palermo hanno animato un dibattito che ha toccato vari temi per capire e confrontarsi sul futuro dell’accoglienza e del viaggio con il sostegno di Mangia’s e Unicredit.
Cene stellate, che hanno coinvolto 40 chef della “Sicilia di Ulisse” tra resident e cuochi ospiti, in sei ristoranti dell’associazione tra Palermo e Bagheria (Mec, Cagini, Osteria dei Vespri, Limu, I Pupi e lo stesso ristorante del Grand Hotel et Des Palmes) hanno messo in tavola gusto ed estro con piatti che oggi fanno grande la cucina siciliana, così come lo street food che ha coinvolto anche l’Orto Botanico di Palermo.
Il congresso ha stimolato riflessioni sul ben-essere partendo dall’analizzare il tempo che si passa a tavola, per condividerlo con gli altri e il significato da dare al cibo e al vino con il quale si fa conoscenza. Ma stare a tavola e stare bene a tavola non sempre viaggiano insieme, si può ampliare così il concetto di ospitalità approfondendo il rapporto tra cibo e vino che deve essere inteso come espressione di cultura di un territorio ma tutto ciò ha anche un lato oscuro come sottolineato dall’intervento di Paolo Vizzari narratore gastronomico. La forte impronta sociale che quest’anno si è voluto dare al congresso “Gensy” è stata l’occasione per sostenere due associazioni una di Catania e una di Agrigento “La Farfalla Lilla e “Stella Danzante” impegnate nel combattere i disturbi del comportamento alimentare. Il tema del congresso 2025 è stato infatti “Nutrire il corpo, coltivare l’anima: un viaggio tra cibo, vino e ospitalità. La ricerca del benessere si è detto è lo scopo del viaggio.
Come si fa dunque a stare bene in viaggio? Si tratta di un gioco di equilibrio tra sestessi e il mondo in cui l’incontro con chi non conosciamo, con la sua cultura, ci arricchisce e cicambia profondamente. Questo il motivo per il quale l’offerta esperienziale deve essere più autentica possibile.
“Il viaggio è esporsi all’ignoto” come ricordato da Franco Riva filosofo e professore dell’Università Cattolica di Milano, “e in un tempo in cui c’è l’ossessione dei viaggi bisogna capire quanto le nostre scelte siano spontanee o indotte. Non esiste il viaggio giusto in assoluto ma viaggiare è trovare la risposta ad una domanda che ognuno di noi si fa prima di partire e per la quale si sceglie una meta, lo stesso Dante inizia con un viaggio: … Nel mezzo del cammindi nostra vita mi ritrovai per una selva oscura che la diritta via era smarrita…”
Lo scrittore e critico letterario britannico Graham Greene diceva” nessuno torna dal viaggio come è partito…” perché al centro del viaggio non bisogna mettere se stessi ma l’altro, è solo l’alterità che è poi tipicità a dover essere scoperta. Il fotografo Maurizio Adamo che ha illustrato a “Gensy”alcuni suoi scatti di Palermo che definisce una città ferita e romantica, racconta come il viaggio deve essere un collante, un ponte, perché ogni luogo è una storia e un luogo non raccontato è un luogo muto.
Il Grand Hotel Des Palmes ha ospitato Wagner e per raccontare questa antica storia agli ospiti dell’albergo c’è una recita con una camerierina che porta a scoprire la meravigliosastanza dove soggiornò il grande musicista creando attraverso questa recita-racconto un filo rosso che unisce lo spettatore- viaggiatore con la storia raccontata. Se c’è una meta che esprime cultura enogastronomica e ospitalità questa è la Sicilia che deve mettere sempre di più al centro le relazioni che si intessono nel viaggio, il più possibile veritiere e autentiche. Anche il vino che sta subendo gli effetti di un radicale cambiamento nei consumi deve essere viatico di autenticità e di esperienza che riporta nel bicchiere il territorio e la sua identità.
C’è da chiedersi perché amiamo certi luoghi, perché mangiamo certi piatti o perché beviamo alcuni vini e la risposta è perché ognuna di queste cose contiene pezzi di noi. Ciascuno aggiunge una storia al viaggio che va arricchire un luogo. E’l’eredità che cogliamo, quella di chi ci ha preceduto e che altri prenderanno da noi che arricchisce il posto, perché i luoghi cambiano noi e noi cambiamo i luoghi, come ricordato da Laura Anello presidente Fondazione Le Vie dei Tesori che ha concluso i lavori di Gensy 2025.
www.lasiciliadiulisse.it/gensy-2025
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