
di Mimmo Gagliardi
Villa Gitana è una splendida realtà appollaiata sulla cresta del cratere del Lago d’Averno e che, proprio grazie a questa sua particolare posizione, gode di due stupende affacciate: una sul lago d’Averno, quindi sul Golfo di Pozzuoli, e l’altra sul Lago del Fusaro e il canale di Procida. L’aria ancora troppo fredda di metà marzo ci impedisce di godere dell’elegante giardino, ma la sala è comunque molto accogliente.
Villa Gitana nasce nel 1987 dall’impegno dei fratelli Babbo, Tommaso e Antonio, come taverna di cucina tipica flegrea, mentre oggi è una moderna struttura vocata al banqueting ed ai meeting, dove è anche possibile consumare a la carte. I vigneti dei Babbo, che circondano la villa e guardano il mare del canale di Procida, sono testimoni antichi di questa terra meravigliosa, tanto da essere stati annoverati dalla Regione Campania tra i vigneti storici regionali. Le grandi piante abbarbicate ai pali che si arrampicano sulle tipiche spalliere puteolane sono uno spettacolo della natura da visitare di giorno e con calma.
Un bel tavolo su cui sono in mostra i prodotti delle due aziende vinicole ci accoglie nella grande e luminosa sala e Marina Alaimo, curatrice di questo ciclo di cene, introduce la serata. Una succulenta montanara dà il benvenuto accompagnata dal Malazè, lo spumante di Falanghina dei Campi Flegrei DOC di Cantine Babbo, prodotto con metodo Martinotti.
Segue un Trancio di Gallinella adagiata su crema di patate e porri profumata alla buccia di limone ed accompagnata dal Montenuovo, spumante rosè di Piedirosso dei Campi Flegrei DOC, anch’esso prodotto con metodo Martinotti. Entrambi abbinamenti ben riusciti e adatti alla tipologia di cucina.
Una bella ed emozionata Pia Costigliola, moglie di Tommaso Babbo, illustra i prodotti dell’azienda vinicola Cantine Babbo e descrive le attività del ristorante Villa Gitana L’amore e il rispetto per il territorio e la cura per le vigne centenarie a basso impatto ambientale costituiscono l’impegno che le Cantine Babbo stanno portando avanti, mentre la filosofia dello chef Antonio Babbo è quella di valorizzare i prodotti del pescato del porto di Pozzuoli.
Lo spaghettone pensato dallo chef con cicale e carciofi al profumo di mentuccia è un piatto realizzato con elementi molto semplici e a chilometro zero.
Infatti la “cicala”, o “cicarella”, definita anche “pannocchia”, è da sempre tipica di questo areale, al pari del carciofo flegreo, ricco di elementi minerali grazie alle sabbie vulcaniche di questa terra ardente. In abbinamento c’è il Grecomusc’ 2010 di Contrade di Taurasi. L’incontro di sapori è sorprendente.
Contrade di Taurasi è un’azienda giovane all’anagrafe, essendo stata fondata nel 1998, ma la famiglia Lonardo produce vino a Taurasi da sempre. Antonella Lonardo e il marito Flavio Castaldo hanno raccontato agli ospiti la filosofia aziendale improntata sulla valorizzazione dei vitigni autoctoni dell’areale taurasino utilizzando metodologie tradizionali con un minimo intervento successivo in cantina. Proprio sull’onda di questa mission Contrade di Taurasi ha aderito all’ ”ASSOCIAZIONE: DIVERSI VIGNAIOLI IRPINI”, costituitasi nel marzo del 2011. E’ il turno delle carni di maiale. Filetto in camicia di pancetta con ananas, Locena al rosmarino e pop corn di cotica con friarielli napoletani. In abbinamento il Taurasi DOCG 2007 di Contrade di Taurasi, dal temperamento ancora molto giovane ed in buona armonia con il piatto.
Il dolce, che chiude la cena è una millefoglie con crema chantilly, fragoline e lamponi accompagnata dal rosolio di casa Babbo.
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