di Luciano Pignataro
Chi mi conosce sa la mia passione per i bianchi invecchiati. Un segmento enologico in cui c’è ancora tanto da lavorare in Italia dove la cultura del bianco è quasi all’anno zero nella stragrande maggioranza dei consumatori mentre tra gli esperti si preferisce misurarsi sui grandi rossi di cui per fortuna il nostro Paese è ricco da Nord a Sud.
Eppure i bianchi invecchiati regalano sensazioni uniche e costituiscono un grande affare per chi compra. Come sempre accade, avevo dimenticato in un angolo recondito della mia cantina questa bottiglia da moltissimi anni, ma, avendo un pranzo domenicale a base di pesce, ho deciso di tirarla fuori e di rischiare. Bene ho fatto: ho trovato questa igt Vigneti delle Dolomiti al massimo della sua espressione possibile e non ci voleva molto ad indovinarlo visto che alla base di questa cuvèe di famiglia ci sono due grandissime, uve, da sempre coltivate dalla Cantina Endrizzi a San Michele all’Adige: il Riesling Renano e lo Chardonnay, uve che amano il lungo invecchiamento.
Non è stato necessario neanche decantare il vino, tappo perfetto, giallo paglierino carico, profumi intensi di pesca sciroppata, note fumé, zafferano, anice: lo stesso protocollo produttivo prevede al tempo stesso un perfetto bilanciamento fra il legno usato (barrique nuove moderatamente tostate, tonneaux) e il frutto assolutamente integro. Il mosto in parte fermenta in tini d’acciaio, inox, parte in botti di rovere e parte in barrique. La conservazione sui lieviti di fermentazione con batonnage prosegue fino ad aprile, quando il vino viene unito in fusti di rovere per l’ulteriore affinamento di alcuni mesi.
Insomma, conta molto l’esperienza per un vino che già viene presentato almeno dopo un anno dalla vendemmia. L’evoluzione di tutti questi anni nella bottiglia dimenticata ha fatto sicuramente il resto dando la possibilità allo Chardonnay e al Riesling di evolversi in maniera davvero straordinaria e interessante.
Al palato evidenzia agilità e freschezza assoluta, il Masetto 2008 non ha alcun segno di cedimento, anzi, con l’ossigenazione riprende vigore e forza. Un vino che esprime al tempo stesso il caldo del Mediterraneo e la freschezza alpina del Nord in un blend davvero straordinario. Davvero una delle sorprese più belle degli ultimi anni.
www.endrizzi.it
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