Ischia Safari, Di Costanzo: la cattiva tv rovina i giovani che vogliono fare i cuochi

Pubblicato in: Eventi da raccontare
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C’è voglia di fare retromarcia, di ripensare il proprio lavoro. E se questa voglia nasce non da sfigati fuori dal circo o dall’Olimpo, ma da cuochi affermati allora vuol dire che qualcosa, ancora di nicchia e profondo, sta avvenendo.

Un giovane brillante come Giuseppe Iannotti del Kresios ieri ha scritto su facebook: “Incazzatati come Cracco”… La cucina non è un regime militare. Il marketing televisivo o fotografico non può far apparire una faccia della medaglia che molti seguono, ma che non fa parte della filosofia del KRESIOS. Io non assumo atteggiamenti per fare una foto, un video perché oggi lo status simbol della cucina è urlare, sbattere pentole e bicchieri, denigrare i ragazzi… Ci si guarda negli occhi, in rigoroso silenzio, concentrati a portare avanti alla perfezione il proprio lavoro per il sorriso di un ospite. Io dico basta…”

Ieri sera al Regina Isabella la musica è stata la stessa. Nino Di Costanzo, annunciando una collaborazione tra lui, Palamaro e altri cuochi dell’isola con l’istituto alberghiero lo ha detto a chiare lettere: “La cattiva televisione fa credere ai giovani che questo mondo sia una favola. Il nostro è un mestiere duro, di sacrifici, di fatica, di ricerca”.

Non amiamo le cucinate a più mani, ma abbiamo percepito che Ischia Safari non era la solita comparsata stellare come ormai ce ne stanno dieci al giorno in Italia, ma qualcosa che nasce da una esigenza profonda e da una novità che al Sud sta prendendo piede: la voglia di stare insieme. Ed è per questo che ho deciso di venire, pur al termine di una giornata complicata nella quale avevamo ricordato in famiglia il ventesimo anno senza Papà.
Ad un certo punto della serata, Pasquale Palamaro ha detto: “Grazie Nino di aver scelto di rimanere nella nostra terra”.

 

Una frase semplice e meravigliosa, che presuppone un salto culturale impressionante, in un Paese e in un territorio dove l’individualismo fa di chi è impegnato nel nostro stesso mestiere un concorrente, a volte un nemico mortale e io ne so qualcosa :-). Ma l’esperienza internazionali di questi due cuochi che stanno per entrare nella maturità gli fa capire che il mondo è piccolo e che un’Isola che accoglie ogni anno oltre due milioni di visitatori e che ha 900 fuochi deve fare massa.
Cosa per esempio che i produttori di vino locali non hanno ancora capito a fondo.
C’è il “sistema” di chi lavora e si collega per fare meglio, e il sistema di chi non fa e parla male senza mai portare nulla di concreto perchè cerca sistemazione. Tutto qui, chiaro no?

 

Una serata sobria, ospite d’onore Gaetano Trovato che con Arnolfo, oggi completamente fuori dai circuiti mediatici come tanti altri, ha fatto la storia della cucina in Italia.

Una serata che ha caricato tutti e che restituisce fiducia a chi scrive: non tutto si misura con i like, il numero di sponsor che hai sulla giacca come un pilota di formula uno, le comparsate e tutto ciò che sicuramente è stato utile in una fase di crescita ma che rischia improvvisamente di diventare d’antan e superato non da un’anno all’altro, ma da un mese all’altro.

“I nomi di Palamaro e Di Costanzo devono sparire, si deve parlare solo di Ischia”. Ecco, essere convinti di essere parte di un tutto a cui hanno contribuito altre generazioni e altre che verranno dopo, restituisce il giusto senso della misura in questo momento di impazzimento generale.
E’ la nuova cupola: quella di chi lavora e non passa la vita su Facebook a parlare male degli altri:-)

Ah, i piatti erano buonissimi:-)


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