
L’Arte dei Pizzaioli Napoletani è patrimonio mondiale dell’Umanità! La decisione è stata assunta dopo tre giorni di trattative in cui il risultato non era affatto scontato nonostante il voto favorevole della commissione a Parigi.
Si tratta di una svolta epocale per la pizza napoletana, una vittoria di un mestioere considerato sino a qualche decennio fa tra i più infimi che si potessero fare, che premia la tenacia con cui è stato mantenuto e formato nei secoli uno stile che adesso si sta espandendo in tutto il mondo: impasto idratato e scioglievole, ammaccatto e sciaffeggiato, con farina 00, al massimo 1.
Il voto è stato unanime, ma la trattativa difficile. Per capire cosa significa vivere in un mondo omologato dove i messaggi sono veloci e pochi approfondiscono, una delle obieioni che è stata fatta alla nostra delegazione, capeggiata da Pier Luigi Petrilli, era che così si favorivano le multinazionali della pizza!
A Seul c’erano Sergio Miccu dell’Associazione Pizzaioli Napoletani, Antonio Pace dell’Associazione Verace Pizza Napoletana, Gennaro Masiello presidente della Coldiretti Campania, l’ex ministro Alfonso Pecoraro Scanio presidente della Fondazione Univerde.
Ora il cammino è lungo: servono scuole di formazione, creazione di musei, codificare la storia di questo cibo che rappresenta, come la pasta, il made in Italy nel mondo.
Una vittoria dell’Italia, che ha creduto in questo progetto attraverso le sue istituzioni.
Tra le tante iniziative ricordiamo la raccolta di due milioni di firme
Il contest mondiale del sito Mysocialrecipe a cui hanno preso parte 320 pizzaioli!
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