di Tommaso Esposito
Dunque, street food.
Take away.
Cioè, cibo da strada.
Tipo ‘o cuoppo con i fritti: pizzelle, panzarotti, sciurilli.
Tipo pizza a’ libbretta.
Mitica, impareggiabile per il suo architettonico incartamento.
Cibi comodi, insomma, creati da Dio, e dai Santi che gli fanno corona, per godere mangiando in fretta mentre si passeggia.
Vaco ‘e pressa, no?
Fast food.
E senza sporcarsi le mani.
Senza fregiarsi il petto con la ‘nzegna.
Anche il panino nasce così.
Due fette di pane o una pagnottella.
Per companatico soppressata, mortadella, prosciutto, mozzarella.
Oppure peperoni fritti, melanzane a’ fungetiello.
Una, due polpette.
Una salsiccia con i friarielli.
Per la marenna.
La merenda.
Cioè il brunch, ante litteram, del muratore.
Il panino ora sta a LSDM.
Qualcosa deve essere cambiato.
Massì, da tempo.
Diciamo che abbiamo fatto finta di non essercene accorti continuando a parlare di street food e di panino.
Non a caso, allora, la presenza di Gigione, cioè dei fratelli Gennaro e Raffaele Cariulo a LSDM deve segnare bene questo passaggio.
Diciamo che deve aprire nuovi orizzonti.
Non può bastare la definizione gourmet.
Chi conosce e ha seguito la storia di Gigione sa che tutto è cominciato al banco della macelleria di famiglia.
Poi il nuovo locale.
E grande attenzione alla materia prima, privilegiando, ma senza chiudersi nel confine, il territorio.
Osando abbinamenti insoliti, senza tralasciare sensazioni appaganti.
Per la vista, il tatto, il gusto.
Comfort food.
Mettendo a disposizione una cantina con centinaia di etichette di vino, bollicine e birra a prezzi più che accessibili.
Preparandosi già a cambiare format per non restare indietro domani.
Insomma, oggi il panino, questo panino pensato costruito e servito così, si deve mangiare come a ristorante.
Seduti comodamente, scegliendo alla carta, accolti da personale competente e guidati nella scelta degli abbinamenti.
Street food?
Mannò.
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