South Italian Food, salumeria con cucina nella Napoli bene a dieci euro

Via Francesco Giordani, 24-28
Tel. 081.667639
www.southitalyfood.com

La salumeria con cucina è una istituzione a Napoli. Mitica quella nell’angolo di via Chiatamone che ha nutrito generazioni di giornalisti. Poter mangiare il cucinato invece dell’asciutto nel Sud è una aspirazione che il mito del panino non ha rovesciato. Mangiava asciutto il contadino nei campi, l’operaio nel cantiere, insomma, una soluzione decisamente di ripiego.

Qui ci troviamo nel cuore della Napoli bene, a due passi da Mergellina: la salumeria, solo con prodotti del Sud, offre buone scelte e colazionida asporto. Si tratta di una società che vede insieme Luciano Stella, mitico distributore cinematografico napoletano, la sorella Selvaggia e Federica Brancaccio.

L’idea era di affiancare questa attività alla riapertura del cinema ma qui a Napoli la burocrazia è peggio di una calamità naturale, l’apparato parassitario divora le attività produttive demotivandole, taglieggiandole, umiliandole con divieti assurdi e interpretazioni sempre restrittive, come il caso della padana della Caffettiera a Piazza dei Martiri. Qui sì e dieci metri in là no.

L’ambiente è carino, sembra quasi una cucina di casa, sul muro buoni prodotti, nel bancone salumi e formaggi del Sud e quattro o cinque proposte per un pranzo che difficilmente supera i dieci euro. La sera la proposta si amplia, si mettono i piatti in ceramica vietrese e tutto diventa più simpatico ma non per questo troppo impegnativo.

Ci capitiamo per caso diretti dallo scout del gusto Giustino Catalano, e scopriamo che il giovane cuoco  Marco Di Martino, oltre ad essere nipote della nostra cara amica Vittoria de Le Tore a Sant’Agata dei Due Golfi, prima di mettersi ai fornelli ha fatto la scuola Alma a Bologna, ha lavorato da Spigaroli e poi in giro per il mondo, New York compresa.

Si vede la mano in quello che si mangia, padronanza tecnica, cotture perfette, ingredienti buoni. A Milano un posto così sarebbe figo, a Parigi farebbe tendenza mondiale, qui a Napoli viene subito metabolizzato nella normalità. Un atteggiamento che aiuta ad avere la giusta misura delle cose ma che a volte non è pronto a cogliere le novità, a parlare oltre il mastrillo.

Frittate buone, pane cafone del vicino Corso Vittorio Emanuele

Mi sono piaciute molto le paste. Le penne rigate al pesto del Vesuvio hanno sapore e una purezza espressiva degli elementi, addirittura eliminerei il formaggio, ma sarebbe difficile da fa accettare alla clientela napoletana.

L’anima della sala è Francesco Parlato, preparato e colto: mi ha subito conquistato dopo che ho visto nella lavagnetta nelle proposte vino il Piedirosso. Ecco come si onora la tradizione: aggiornandosi e riproponendola con sapienza. Parliamo di Contrada Salandra.

Insomma, un posticino molto semplice essenziale, quando esco mi giro e i chiedo: ma sono stato da Rino alla Bastiglia o a Le Table di Aki? Molto meglio: ho mangiato come si mangia tutti giorni a Napoli.


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