Chi copia chi? Tra Niko Romito e Francesco Sposito volano stracci

Pubblicato in: La cazzata del giorno
Freselle Romito e Fettucce Sposito

Chi copia chi? Tra Niko Romito e Francesco Sposito volano stracci su Facebook e il mondo gastronomico italiano ha passato pomeriggio e serata stropicciandosi gli occhi non credendo a quello che stava succedendo.
Tutto nasce da una foto che ho scattato  io, anche se Giuseppe Di Martino ne rivendica la paternità:-).
Era passata mezzanotte, facciamo il capriolo? No, non si era parlato di fettucce?
Arriva il piatto e lo butto su Istragram. Da qualche ora mi chiedo: ma chi me lo ha fatto fare? Di chiedere quel piatto e di scattare pure la foto?
Così mentre io pubblicavo un post su tre ricette della sera precedente e tra gli esempi da seguire mettevo insieme Romito e Sposito in realtà era in arrivo la scossa sismica.

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Niko Romito lancia un post su Facebook


A sinistra
Fettuccia Gamberi Rossi e dragoncello Ristorante Reale anno 2010
A destra
Un piatto non mio attualmente servito in un ristorante Italiano

Esiste un limite anche per chi di solito è misurato come me e qui è stato superato.
Va bene “ispirarsi” al piatto di un collega ma copiarlo no – e in ogni caso va citata la fonte.
È questione di etica.
Come per ogni mio piatto abbiamo investito tantissima ricerca e lavoro per arrivare al risultato finale che in questo caso ha portato allo sviluppo, nel 2010, della tecnica dell’estrazione a freddo delle teste di crostacei (quelle che nel libro “10 Lezioni di Cucina” definisco “basi”).

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Insomma, avete capito bene: un tristellato che accusa un bistellato di copia. Uno dei cuochi che sta al vertice della Guida Espresso che accusa un altro che per la stessa guida è il migliore della Campania oltre che stare ai vertici nazionali.
La replica non si fa attendere, è greve e pesante. Eccola

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Francesco Sposito replica su Facebook

Eccellentissimo Chef, un tempo o meglio fino a poche ore fa avrei scritto … Caro Amico, considerato quante volte ci siamo incontrati e quante volte ci siamo scambiati visite di cortesia anche per suggellare momenti e tappe professionali importanti della nostra vita.
Caro Amico? Due parole che rappresentano più di ogni altra cosa al mondo la stima che due persone possono avere uno dell’altro !!!!!
Lei, sua Eccellentissima arroganza ha pensato bene di rendere pubblico in una commedia dell’equivoco che solo Dio sa dove vuole parare (non solo lui ma, anche gli addetti al settore ) una inutile quanto insignificante comparazione tra due piatti che nulla hanno in comune se non gli ingredienti “ fettuccelle e Gamberi “.
Sappi Sua Eccellentissima che quella che nel Suo piatto chiamata estrazione a freddo di gamberi, nel mio decine e decine di stagisti e addetti ai lavori possono ben testimoniare che l’estratto del corallo avviene portando quest’ultimo a cuocere per 30 minuti , sottovuoto con ghiaccio, ad una temperatura di 63 °, processo completato con aggiunta di acqua di pomodoro .
Però, Sua Eccellentissima, mi consenta di sottolinearLe che chi come Lei rappresenta il meglio della Cucina Italiana dovrebbe esserlo anche nella vita ed avere il coraggio di alzare il telefono e….
Lei Sua eccellentissima non ha fatto questo gesto ed io mi domando perché e forse tanti come me se lo domanderanno !!!!
Veda, Sua Eccellentissima …. mi piace sottolinearle che ad un certo livello è lusinghiero essere “copiati “ come Lei afferma, a me succede tutti i giorni e certo non faccio le “CHIASSATE “ come le Sue (nessuno di noi può pensare che un piatto è protocollabile, troppe le difficoltà così come si dibatte ampiamente da decenni ). Le dirò di più, a Lei ed a quanti si sono scandalizzati per il troppo ardire di questo giovane Chef, Francesco Sposito ( Due Stelle Michelin e ben 18.5 punti sull’Espresso ) quel piatto è un omaggio a mio padre Armando, Nutrizionista prestato alla cucina che nel 2001 con allora gli elogi di molti critici strutturò un piatto “ Spiedino di paccheri con estrazione di corallo di gamberi “
Mi spiace, Suo Eccellentissimo chef ma questa volta ha toppato. Lei parla di “Etica“, la Sua lo è? Lei fa consulenze a destra e a manca, scrive libri, dirige una scuola che dovrebbe insegnare non solo le tecniche e le basi della Cucina Italiana d’Autore ma, dovrebbe insegnare il rispetto del lavoro e del sacrificio degli altri. Personalmente non scrivo libri nè mi propongo per fare consulenze nonostante me lo si richiedano tutti i giorni, io amo le persone che mi amano, che fanno kilometri per provarmi ed apprezzare i miei sforzi in un territorio difficile come il mio. Lo so, “ SENTIRSI IL FIATO ADDOSSO NON E’ PIACEVOLE “ e questo Suo nervosismo ne è la prova. Come vede io non mi nascondo, Sua Eccellentissima, probabilmente l’altezza Le avrà dato alla testa, spiegherà nelle sedi competenti quanto di più infamante ha oggi affermato, pubblicando la foto di un piatto al tavolo del mio ristorante, paragonandola molto furbescamente ad una foto tratta dal suo libro con tutti i miracoli che la tecnologia digitale può fare ecco questa è la differenza tra me e Lei…..”IO SONO VERO “Di una cosa sono certo, farò le mie rimostranze nelle sedi di competenza.
Di certo non finirà ….qui.

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Il mio pensiero è espresso in maniera compiuta da Paolo Vizzari:

Paolo Vizzari  su Facebook

Con grande rispetto per Niko, questo mi pare un caso del tutto esagerato. Stiamo parlando di una fettuccina ai gamberi, in cui la tecnica d’estrazione gioca sì un ruolo importante, ma non mi sembra la chiave di volta di una nuova linea gastronomica. A parte che giudicare un plagio da una foto, senza assaggio, è già di per sè un atteggiamento superficiale, ma poi davvero non si può gridare allo scandalo ogni volta che qualcuno “s’inventa” uno spaghetto al pomodoro…ultimamente tre chef diversi hanno messo in carta un piatto praticamente identico. Il più noto e blasonato dei tre mi ha chiamato denunciando d’essere stato copiato e chiedendo giustizia…però poi gli ho fatto presente che l’altro chef aveva in menu il piatto già 3 anni fa (sembra un po’ il caso Morricone-Subsonica) e gli animi si sono placati…. Quando si realizza qualcosa di semplice e immediato, il rischio che pure altri giungano alle stesse conclusioni è molto alto, gli scandali li terrei buoni per altre occasioni…

Aggiungo solo un punto: in questa vicenda è mancata una cosa. Doverosa.
La telefonata che Carlo Passera avrebbe dovuto fare a Francesco Sposito prima di scrivere l’articolo su Identità Golose. Perché è un dovere elementare di un giornalista riportare le due versioni, anche prendendo parte per una delle due. Poi è sempre il lettore che sceglie.
Le conseguenze di quello che è successo oggi si sentiranno in maniera pesante e sono inimmaginabili: se certi toni arrivano anche i vertici del mondo gastronomico invece di restare ghettizzati tra delusi e scontenti vuol dir che veramente l’implosione è vicina. Vicinissima.
Con sommo gaudio del resto del mondo.


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