Lametia Oli Dop, Falanghina del Sannio e tante pizze. A Palazzo Vialdo il bis con Iervolino, Sammarco e Tammaro

Pubblicato in: Eventi da raccontare
Palazzo Vialdo. Iervolino, Sammarco, Pignataro, Tammaro, Ricciardiello

di Rocco Andrisani

L’accoppiata Pizza&Falanghina fa tappa ancora una volta a Palazzo Vialdo e dopo la serata “sperimentale” da Carmnella di Vincenzo Esposito, anche in questa occasione le pizze sono state arricchite e completate dagli Oli Lametia DOP. Luciano Pignataro e Giustino Catalano sono stati i traghettatori e conduttori della serata.

Abbiamo assistito ad una interessante sfida: da un lato l’esperto Maestro Gianfranco Iervolino, pizzaiolo “resident” del Vialdo, dall’altro le nuove, giovanissime leve dell’ammaccamento Made in Naples, ovvero Giuseppe Tammaro e Carlo Sammarco.
L’entrée è stato il “Lapillo del Vesuvio” di Iervolino: pizza fritta al nero di seppia con crudo di gambero e broccoletto su letto di burrata. E il fuoco? La gelatina di Aperol lo rappresentava perfettamente, oltre a colorare e completare un piatto che ha aperto come meglio non si poteva la degustazione.

Giuseppe Tammaro, 21enne figlio e allievo di Antonio della “Trattoria Caprese”, ci ha presentato una pizza farcita con pomodoro di Sorrento, provola di Agerola ed origano che, per qualità e sapore, rappresentava il degno omaggio alla loro pizzeria vomerese.

Carlo Sammarco, 24 anni, della pizzeria “La Cantina dei Mille”, ha invece proposto una bella pizza natalizia: impasto a più di 30h di lievitazione al 70% di idratazione ottenuto con blend di 4 farine del Molino Caputo e topping di scarola, alici di Cetara, olive nere di Gaeta, pinoli e pomodorino del Piennolo.

Iervolino ha chiuso il cerchio con una pizza ancora non in menù, ma che ha raccolto così tanto consenso durante l’assaggio da aver strappato la promessa di vederla presto stabilmente in carta, nel periodo invernale. Parlo della pizza con baccalà e patate, aggiunto sulla base bianca con provola, all’uscita del disco pasta (con impasto alla barbabietola!) dal forno a legna.

L’olio Lametia DOP ha giocato un ruolo decisivo per la completezza di bouquet aromatici di tale spessore, così come di livello e degne co-protagoniste, sono state le Falanghine del Sannio DOP: Svelato di Terrestregate, Fontanavecchia di Libero Rillo, la Falanghina dell’azienda Nifo Sarrapochiello ed infine quella dell’azienda Santiquaranta.
Le coccole finali sono state offerte dal padrone di casa, l’imprenditore Vincenzo Di Prisco, e realizzate dal giovane, ma talentuosissimo, pasticciere Luigi Buonocore.
Sorbetto al mandarino e anice, quindi cialda di roccocò e cremoso di cioccolato fondente e babà classico.

A seguire macaron al pistacchio, pallina di caffè corretto all’anice e bignè alla nocciola per chiudere una serata che non ha visto sconfitti e che ha regalato ben due sicurezze: se il presente è in mani sagge come quelle di Gianfranco Iervolino, anche il futuro della pizza napoletana è al sicuro grazie a giovani e abili professionisti quali Tammaro e Sammarco.


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