Osteria Cappuccini a Cesinali, il fuoriporta low cost che tutti sognamo

da sx, Carmen e Maria Grazia Urciuoli, Carmine Cucciniello

Osteria Cappuccini
Via Vescovi Cocchia, 1 Cesinali  (Av)
Tel. 0825.666342
www.barosteriacappuccini.it

di Lello Tornatore

Cesinali è un piccolo comune dell’Irpinia di circa 2500 abitanti. Qui l’attività prevalente è la coltivazione dell’uva Fiano e del nocciolo. Ed è proprio da una famiglia che si occupa da sempre di coltivazione del pregiato frutto corilicolo , ma soprattutto di raccolta e commercializzazione, che provengono le due sorelle Urciuoli che sono l’anima dell’ Osteria Cappuccini. Il progetto prende corpo nel 2006 dalla passione per la cucina di  Carmen e Maria Grazia, assecondata dal marito di Maria Grazia, Carmine Cucciniello, già impegnato da alcuni decenni,  anche in un’attività collaterale al centro di Avellino, il Bar Cappuccini. La location, oggetto di  ristrutturazione dal 2006 al 2008, è  una vecchia casa signorile di fine ‘800 del centro storico di Cesinali.

 

A prendere le redini della cucina è Carmen, fresca di un anno di esperienza nelle cucine del Marennà  di  Sorbo Serpico,  affiancata da Giovanni  Battista (proveniente dal Belsito Hotel), nel ruolo di secondo e da Nonna Carmela (la mamma di Carmine). In amministrazione c’è Maria Grazia, sommelier e uffico acquisti, la responsabilità di sala è di Carmine, che si occupa anche dell’accoglienza. Ci sediamo e come benvenuto ci arriva subito una zuppetta di patate, fiori di zucca e zucchine, con la mentuccia a spingere il tutto. Sapori  ancestrali, mi ricorda la “ciambotta” della nonna, sicuramente più alleggerita ma con la menta che svolge la  funzione di moltiplicatore nell’intensità gustolfattiva. Con la zuppetta andiamo di Franciacorta Brut az. Agr. Ferghettina, sboccatura 2015.

Il primo antipasto è il Cannolo di pane tostato con melenzane, pomodoro e fonduta di parmigiano. Esecuzione perfetta. I diversi ingredienti si fondono insieme a mò di sinfonia, anche se la spinta acida del pomodoro poteva essere un pelino più decisa.

Dopo tanto vino è arrivato il momento di una bella birra artigianale: una St. Thomas ora fa proprio al nostro caso. Si  procede spediti con il Fiocco di patata, uovo croccante e fagiolini a vapore su emulsione di pomodoro. Bella l’idea e rassicuranti  i sapori  di territorio, siamo a non più di tre km da S. Michele di Serino, il regno incontrastato della patata di S. Michele. Fiore di zucca ripieno con crema di acciughe. Beh, questo è un classico, e come tale, notiamo in evidenza l’ottima materia prima.

 

 

 

Andiamo per i primi. Spaghettone di Grano Armando di Baronia con aglio, olio,  peperoncino, fonduta di parmigiano, zenzero e limone. E qui la timidezza professionale (che poi ho scoperto essere anche personale) della chef, viene abbandonata. Tutta l’impostazione precedente del “vorrei, ma non posso” lascia il campo ad un turbinìo di sensazioni che ci portano sulle montagne russe del gusto. Manca solo l’umami, gli altri cinque gusti ci sono tutti.

Proseguiamo con il Mezzo pacchero con fave, pancetta e mandorle tostate. Anche qui un bellissimo abbinamento di ingredienti, buon gioco di consistenze e ottima materia prima. Se fosse stato un pelino meno sapido….Potremmo smetterla qui, ma la bontà sin qui registrata e la fame arretrata di tre giorni di degustazioni , durante i quali il Pigna ci aveva tenuto a pane e acqua, lascia sciogliere ogni freno inibitore e…continuiamo imperterriti!!!

Agnello con pistacchio di Bronte e finocchietto selvatico. Ben centrato, sia nella cottura che negli accostamenti, particolarmente per il pistacchio e per il finocchietto, la cui aromaticità guarda direttamente negli occhi il sentore ovino della carne. Codone di marchigiana alla brace con salsa verde e sale rosso e nero delle Hawaii.

 

Ottima la qualità della carne, anche se appena tenace, perfetta la cottura al sangue, azzeccato l’abbinamento con la salsa e i sali.  E sull’agnello e sul “codone” ci lasciamo finalmente andare ad un sorso di Taurasi  2008 di Antico Castello , frutta a gogò, bella speziatura non invadente, esagerata lunghezza. Siamo pieni, ma soprattutto soddisfatti. Però la curiosità di assaggiare qualche dolce è più forte della sazietà.

 

E allora due dolci per sei. Un Tiramisù di ottima fattura “artigianale” e uno splendido Bacio di dama con crema alla stracciatella.

 

Siamo stati bene, la materia prima è stata eccezionale, il servizio perfetto, la mano di Carmen è molto felice e se posso permettermi un piccolo consiglio a lei diretto…osa di più Carmen, hai tutte le carte in regola per poterlo fare!!!

 


Dai un'occhiata anche a:

Exit mobile version