
Pizza a forno eletttrico, sulla polemica di ieri fra Apn e Avpn abbiamo chiesto un pare al professore Pier Luigi Petrillo
“Chi usa il forno elettrico non sta esercitando l’arte del pizzaiuolo napoletano che l’UNESCO ha riconosciuto come patrimonio immateriale dell’umanità”.
A fare chiarezza sull’uso del forno elettrico nello svolgimento dell’arte del pizzaiuolo è Pier Luigi Petrillo, autore del dossier di candidatura dell’Arte del pizzaiuolo napoletano all’UNESCO e unico europeo membro del gruppo di esperti mondiali dell’UNESCO (un gruppo composto da 6 persone per esaminare tutte le candidature di tutto il mondo) nonché professore ordinario e titolare della Cattedra UNESCO sul patrimonio culturale immateriale presso l’Università di Roma Unitelma Sapienza, l’unica cattedra riconosciuta dall’UNESCO per questi temi.
“Secondo quanto indicato nel dossier di candidatura, l’arte del pizzaiuolo napoletano – spiega – è un fenomeno culturale che si caratterizza per 3 elementi: 1) la manipolazione artistica da parte del pizzaiuolo di materie prime elementari come farina e acqua 2) l’ “infornamento” in forni a legna con legna certificata, 3) la partecipazione del consumatore al momento della preparazione della pizza”.
Nel dossier di candidatura preparato insieme ad Associazione Pizzaiuoli Napoletani è espressamente previsto, come requisito essenziale non della pizza napoletana ma dell’arte riconosciuta dall’unesco patrimonio mondiale il forno a legna.
“Tra le misure di salvaguardia dell’elemento Unesco – dice ancora Petrillo – si cita espressamente il forno e la scelta di una legna certificata per assicurare la sostenibilità anche ambientale di questa arte” .
“Legittimo, quindi, il ricorso ad altre tipologie di forno. Ma è evidente che, in tal caso, chi usa il forno elettrico non esercita l’arte del pizzaiuolo napoletano come riconosciuta dall’Unesco patrimonio dell’umanità”.
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