Continua la via Crucis del made in Campania: dopo la mozzarella, il pomodoro, il caffé adesso tocca alla pizza. C’è poco da fare: da troppo fastidio alle grandi multinazionali questa enorme ampolla artigianale del cibo, l’unico luogo d’Italia dove chiudono i Mc Donald’s.
Il titolo del trailer che annuncia la trasmissione di domenica sera di Report è decisamente terroristico: “Pizza napoletana agli idrocarburi?”
Ovviamente il punto interrogativo è solo un ombrello contro le possibili cause, tanto l’effetto è assicurato.
Gli artigiani del gusto che fanno grande la gastronomia italiana non possono che aspettare che questo nuovo bombardamento mediatico passi come i precedenti.
Chi si ricorda di quel pirulicchio che sentenziava sul caffé poi smentito dalla sua stessa associazione?
Per la felicità dei burocrati europei che volevano abolirla, si attaccherà la cottura del forno a legna, per la gioia di chi vive con la fobia dei batteri si assesterà un nuovo colpo alla biodiversità culturale in nome della salute e soprattutto degli interessi delle multinazionali.
Napoli è sopravvissuta nel corso dei millenni alle invasioni, alle eruzioni vulcaniche, ai terremoti, alle guerre, alle pestilenze, al colera e perfino alla camorra.
Sopravviverà, molto bene come al solito, anche domenica sera.
Dai un'occhiata anche a:
- Tutti pazzi per l’impasto, i sei errori capitali dei pizzaioli
- Maurizio Gily, chi tira fuori gli ultimi 1750 euro necessari?
- Lattina gate Costardi-Scabin: il parere dell’avvocato che ha scritto Food&Law
- Vogliamo l’Aglianico Ogm?
- Il Gusto del gruppo Gedi apre una nuova epoca nella comunicazione del Food
- Vino e salute: una fuorviante forzatura? Dal paradosso francese anni ’80 ai solfiti
- Tom Hyland |I vini migliori del 2013: Nanni Copé 2010 e Taurasi Riserva Coste 2008
- L’Evoluzione delle guide, cartacee, digitali o verbali che siano, e se il filosofo campano avesse ragione….