
di Marco Contursi
Leggevo proprio ieri un post di una persona su facebook che diceva che, oggi, non è più possibile trovare una pizza che sia solo pizza, ma che anche nella pizzeria più sperduta, c’è una sfilza di nomi messi apposta per stupire, tipo: prosciutto di mammuth, alici di Atlantide, uova di dodo, olio del Getsemani, mozzarella di Agerola, maialino nero e via discorrendo….
Ora, sicuramente, la qualità media è migliorata, sicuramente ci sono pizzerie in cui si va non solo per mangiare ma per fare una esperienza a tutto tondo, ma, sicuramente, parimenti si esagera con tutto sto clamore, anche perché sempre di pizza si tratta e un calzone aperto non sarà mai una operazione a cuore aperto. Cioè, si vive benissimo senza aver provato una margherita sbagliata, mentre se sbaglia il cardiochirugo sono cazzi amari.
Detto ciò, quando ho voglia di una buona pizza, con effetto madeleine annesso vengo qui: dal Trammiere.
Cosà è l’effetto madeleine? E’, secondo Proust, quando un particolare odore o sapore ci scatena una miriade di ricordi, connessi a quell’ odore o sapore, sentiti tanti anni addietro.
Antonio Donnarumma è uguale a 25 anni fa, quando neopatentato, mi recavo, quasi ogni sabato, da lui a prendere le pizze che avrei consumato insieme agli amici “della età più bella” di leopardiana memoria, nella tavernetta di Tommaso che per noi era una seconda casa: Vincenzo, Adriano, Leopoldo, Carmine, Viviana, Tommaso, Luisa, Michele, Peppe, Carlo. Di molti mi resta solo un caro ricordo, sono andati lontano e non ne ho più notizie, la vita che scorre, a volte, divide, resta, invece, la consapevolezza che la spensieratezza dei 20 anni non torna più.
Vabbè, digressione nostalgica a parte, che non frega a nessuno ma scrivere vale come una seduta di psicanalisi, veniamo a noi, anzi al Maradona della pizza.
Perché Antonio è chiamato così? Ma che razza di domanda mi fate? Ma lo avete visto? Capigliatura corvina, maglietta del Napoli, foto del pibe ovunque.
Un fuoriclasse il Diego argentino, un bravo cannoniere il suo sosia pompeiano. Che dopo esperienze all’estero (Ibiza) decide a cavallo tra gli anni novanta e duemila, di aprire qui, al confine tra Pompei, Torre e Castellammare la sua pizzeria d’asporto e non sono mancati gli articoli sui giornali in questi 30 e passa anni, né l’affetto di tanti clienti, che in tempi in cui non esistevano i social, né i cellulari con la telecamera, avevano eletto la sua pizza, la migliore della zona.
Il locale è solo da asporto, se escludiamo un paio di tavolini messi fuori alla buona, e pure un po’ d’antan. Antonio è simpaticissimo e fa una pizza che a me piace molto, rustica, genuina, bella saporita.
La mia preferita è la Spagnola (peperoni, olive e salsiccia), cosa che ne fa, di diritto, la sua migliore pizza. Soprattutto quando la fa cuocere qualche secondo in più e il cornicione diventa leggermente croccante. Buonissima. Una bella Peroni, e sarete felici con poco.
Marinara pure ottima, ma, in genere, dove cadi cadi bene. Pizze ricche, impasto, a metà strada tra quello napoletano e quello sorrentino, gustoso, soffice e piuttosto leggero, tranne quelle rare volte che causa freddo improvviso lievita di meno e quindi sarà più tendente al panoso.
E, per esperienza, preferisco la pizza singola al mezzo metro. Tenete presente di questa cosa quando, eventualmente, ci andrete, altro consiglio è quello di leggere il menu in italiano, bypassando quello in inglese che Antonio tiene per qualche turista che capita da queste parti.
Badate bene, chi vuole ombrellini di seta o cose da speziali, girasse al largo. Si viene, qui, senza prosopopea, per una esperienza gustosa nella sua semplicità, e con due valori aggiunti:
- La Simpatia d’o Maradona d’ a pizza
- Che la fa uguale da 30 anni. Quando per capirci, la maggior parte dei soloni della pizza odierni, ancora portava i calzoni corti.
Ma, ripeto, veniteci se avete lo spirito giusto per una esperienza verace come il suo esecutore, Antonio o Maradona d’a Pizz…e anche se non avrete il valore aggiunto della nostalgia del tempo che fu, sono sicuro che vi piacerà davvero la sua pizza, soprattutto se prendete la Spagnola ben cotta.
Quella che piace a me, da circa 25 anni.
Anno più, anno meno… e il tempo è un valore aggiunto.
Quasi sempre..
Pizzeria Trammiere
Via Ripuaria 159 Pompei
tel 081 5368367
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