Pozzuoli, il Riccio’s e una storia che si rinnova

di Romualdo Scotto di Carlo

Ristorante Riccio’s a Pozzuoli. Il benvenuto è di buon auspicio: alice ripiena di ricotta di bufala, mini hamburger di palamito e crocchetta di patate con carote e provola di Agerola. C’è mano leggera, sapori netti e nessuna tentazione di stupire a tutti i costi.

Siamo a Pozzuoli, al centro di quel lungomare che da qualche anno è tornato a vivere.

Ci sono i localini della movida e i tanti pub che lo animano tutte le sere. Ma c’è anche la grande pizza napoletana, grazie a Ciro Coccia prima e a Diego Vitagliano poi.

La sfida del “Riccio’s”, aperto ad agosto dello scorso anno, è riportarvi anche la buona tavola, quella che qui è stata di casa almeno da fine Ottocento sino agli anni Settanta dello scorso secolo. Il locale è semplice, pulito, pochi tavoli comodi e ben distanziati, un piccolo dehor esterno per godere delle giornate di sole e del colpo d’occhio del golfo.

Dalla cucina arrivano intanto altri buoni segnali: ottimi i pani e i grissini.

Ristorante Riccio’s a Pozzuoli.

Siamo a due passi da quel Rione Terra che racchiude millenni di storia flegrea e i cui ultimi anni sono suggellati nelle emozionanti “Storie dal Rione Terra” di Gemma Russo, giornalista nota ai lettori di questo blog ma anche appassionata cultrice di storia locale.

Qui, ai piedi dell’antica acropoli, nei locali sul mare del seicentesco convento dei Cappuccini, nel 1880 Gennaro Polisano imponeva il “Ragù Polisano” e i modernisti “cannoni Armstrong”, originali cannelloni dedicati alla fabbrica allora inaugurata lungo l’altro litorale puteolano.

Quando, nel 1926, il testimone passò a Vincenzo Maiorano ed alla inimitabile zuppa di pesce della figlia Anna, le terrazze di “Vicienzo a mmare” divennero così famose da ospitare Amedeo Nazzari e Yvonne Sanson per “Catene”, il film cult del 1949, che ci ha preservato immagini di rara bellezza di questo scorcio flegreo.

Angelo Gravino, chef aversano di buone esperienze, pare però tener testa agli illustri predecessori puteolani: usa ottima materia prima e la tratta con rispetto ma anche coraggio.

Il crudo di mare (chissà perché definito “contemporaneo”…) non tradisce.

Il polpo arrosto è tenero ed equilibrato.

Ben bilanciata la crema di zucca.

Foto di copertina

Delicati i calamaretti, ricoperti di un non invadente tartufo.

Nella bolognese di mare, interessante, prevalgono i calamari ma funziona bene il formaggio di bufala.

Paradigmatica la trafila scelta per la genovese ma il parmigiano, presente anche in salsa, è una scelta opinabile e partigiana.

Ottimo il baccalà, con nota di merito per la giardiniera, di bella consistenza e con la giusta nota acida, meno interessante la triglia.

Per i dolci l’ispirazione è ancora classica, molto zuccherina, però le esecuzioni sono precise.

Ristorante Riccio’s a Pozzuoli.

Dell’antico “Vicienzo a mmare” non rimane nulla. Al suo posto tristemente svetta uno scheletro in cemento armato, oggetto di una ultraventennale vertenza giudiziaria. Eppure forse lo spirito inquieto della cucina puteolana, quella dei Polisano e dei Maiorano, ha trovato un piccolo rifugio proprio su questo lungomare…

Riccio’s a Pozzuoli
Menu degustazione a 65 euro, alla carta da 40 a 70 euro.
Corso Umberto I 123
80078 Pozzuoli NA
Tel. 081.19259092
info@riccios.it
www.riccios.it

 


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