Roma, il nuovo All’Oro di Riccardo Di Giacinto

La tecnica che serve a riscoprire sapori primari. Questa è l’impressione che si ricava dai piatti di Riccardo Di Giacinto, una stella Michelin, passato da qualche mese dal piccolo locale bomboniera ai Parioli, in via Duse, alla location multifunzionale, in pieno centro, nella struttura del First Luxury Art Hotel.

Il lavoro dell’Alloro – che resta il ristorante di punta – si alterna ora agli stuzzichini e ai cocktail del Misceliamo, la zona food & bar che ha già preso piede con successo nelle serate romane. E poi allo Zero-300 gradi, la proposta di Riccardo e sua moglie Ramona – inseparabile compagna di vita e di sogni – per i clienti del panoramico terrazzo, dove saranno serviti piatti che vanno dal freddo del crudo al caldissimo della cottura in forno (di Paolo Parisi).

Al ristorante è stata destinata una sala molto elegante, con netta prevalenza di bianco, con il progetto di renderla più accogliente e personalizzata. In sala l’esperienza sempre cordiale di Daniele Montano, già maitre, per sette anni, al Pagliaccio di Anthony Genovese. E un servizio garbato e inappuntabile.

L’amuse bouche si rivelerà ben presto il bigliettino da visita dello chef. Il guscio di un ovetto ripieno dell’essenza di carbonara e servito su un portauovo di porcellana, delicatissimo, decorato con piccole foglioline dorate di alloro (e qui, ovviamente, cherchez la femme). Piccolissimi sorsi di crema d’uovo con formaggio, spilli croccanti di guanciale e profumo di pepe: tutte le carbonare della vostra memoria in tre cucchiaini. E l’idea, riuscitissima, di suggerire attraverso il simbolo dell’elemento originario, i sapori più conosciuti e riconosciuti dal nostro palato.

Sempre riuscito e piacevole, ormai uno dei piatti firma di Riccardo, il sushi di fassona. Gradevole anche se meno sorprendente l’anatra in tre versioni.
Divertente il mini hamburger di seppia, presentazione e tecnica che guardano all’oriente ma, ancora una volta, forte richiamo alla nostra tradizione e dunque solo piacevoli conferme per la memoria del gusto. Non a caso, a decorare un pomodorino del piennolo confit.

Tra i primi, gnocchi con dentro il salame (ma in carta ci sono anche con la mortadella), per unire il classico primo piatto familiare con i salumi più tipici di casa. Gusto morbidissimo, ancora tecnica, per una ricetta che un po’ fa tornare bambini.
Molto buono il risotto al baccalà e limone, indovinatissima spinta acida, bella esecuzione. Sempre rassicuranti, come una buona tazza di zuppa casalinga, i cappelletti in brodo asciutto, parmigiano, zafferano e limone, in realtà  un bell’esercizio di tecnica ed equilibrio, con la sorpresa del ripieno liquido.

La cena aperta con un guscio d’uovo si chiude con quello di meringa leggera, leggerissima, più sottile di un’ostia, che racchiude l’idea di tiramisu’ con la crema di mascarpone e il cubetto di biscotto inzuppato di caffè. Molto gradevole  il rinfrescante dessert agli agrumi e lamponi. Degno di nota anche il pre-dessert di caramello salato e speziato, a ricordare la predilezione dello chef per le tante varietà di pepe: una sorta di leitmotiv dall’inizio alla fine del pasto.

Pralinerie dello chef e cocktail del barman del Misceliamo, per i saluti finali. Carta dei vini ampia anche se non profonda. Conto sugli 80 euro, con possibilità di divertirsi a “costruire” un proprio menu degustazione, scegliendo dalla carta, con l’aiuto dello chef.

Ristorante All’Oro,
Via del Vantaggio, 14
Aperto a pranzo e a cena
Tel. +39.06.97.99.69.07 – +39.393.94.48.268
info@ristorantealloro.it
www.ristorantealloro.it


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