Roma: l’antica arte dolciaria del forno “Boccione”

Pubblicato in: Panifici, Biscottifici, Pizza al Taglio
Forno Boccione - Vilma e Sandra

di Floriana Barone
Nel Ghetto ebraico di Roma il tempo sembra essersi fermato: a pochi passi da Largo Argentina, a via del Portico d’Ottavia 1, si respira un’atmosfera magica: l’antico forno del quartiere emana un profumo invitante con un richiamo al passato.

Una piccola vetrina con qualche dolce, nessuna insegna e decine di persone che, ogni giorno, attendono pazientemente il proprio turno. È il forno storico della Famiglia Limentani, noto anche come “Forno Boccione”, che ha alle spalle circa 2 secoli e mezzo di storia. Qui la “colonna portante” è Vilma, 67 anni, la titolare, custode di antichissime ricette: furono i bisnonni di sua nonna Grazia ad avviare questa attività. Cinque generazioni impegnate a mantenere viva la tradizione dolciaria giudaico romanesca: un laboratorio “kosher”, che rispetta cioè le regole alimentari ebraiche.

Il nome esatto è Forno “Boccione” di Limentani Vilma: l’appellativo era di nonno Cesare, parente della Famiglia Limentani delle Porcellane. All’epoca i bambini del quartiere giocavano sempre dentro al negozio di articoli da regalo, pieno di damigiane. Un giorno, un ragazzino della sua comitiva ruppe un boccione e il gruppo di amici incolpò ingiustamente il piccolo Cesare, che da allora fu chiamato da tutti “Boccione” appunto. Un nome che rimase anche dopo la Seconda Guerra Mondiale. Dopo aver compiuto 12 anni, Vilma, per sua scelta, smise di frequentare la scuola: trascorreva le sue giornate nell’attività di famiglia. In quegli anni però la bottega non aveva un forno e ogni giorno, le donne facevano la fila davanti ai forni a legna del quartiere per cuocere biscotti e torte.

All’interno del forno lavorano 6 donne, sorridenti e alla mano, cresciute nel quartiere: hanno appreso l’arte dolciaria “a forza di guardare”, come spiega Sandra, la nipote di Vilma. I ritmi sono serrati, considerato l’alto afflusso di turisti: non rimane molto tempo per spiegare a ogni singolo cliente ingredienti e preparazioni. Il segreto è quello di scegliere con calma e lasciarsi trasportare dai profumi.

Agli inizi il forno produceva dolci tradizionali, semplici e genuini, come i biscottini di mandorle cannella, perfetti per un fine pasto. Sono storici anche i ginetti, che ricordano i classici biscotti della nonna, dalla forma allungata, ancora più buoni se accompagnati da un cappuccino caldo. Molto apprezzata è soprattutto la “pizza di Beridde”, con una base caramellata, colma di canditi, mandorle, pinoli e uvetta: si tratta di un panetto dolce, leggermente bruciacchiato. Di origini antichissime è anche la crostata di mandorle.

Poi, nel corso del tempo, sono arrivate le prime torte. La più famosa è quella di “ricotta e marmellata di visciole”, che ha compiuto 50 anni: la frolla è diversa da quella tradizionale, friabile e dorata in superficie, grazie alla particolare cottura. È molto interessante anche la sua versione golosa: la Torta ricotta e cioccolato fondente, introdotta più recentemente. La torta ricotta e visciole e la pizza ebraica sono in assoluto i prodotti più richiesti. Il motivo, secondo Vilma, è semplicissimo: i suoi dolci sono di una bontà senza tempo. Anno dopo anno, la vetrina del forno si è arricchita di nuove specialità: le tradizionali trecce con zuccherini e ciliegie candite, preparate il venerdì, prima dello Shabbat e gli amaretti di pasta di mandorle.

Di mattina il profumo diventa ancora più intenso con i cornetti caldi extra large e le “bombe” fritte, amatissime dalla clientela romana. Di pomeriggio poi, al forno, si possono trovare anche i famosi “bruscolini”: semi di zucca tostati e salati, venduti in piccoli sacchetti di carta. Uno street food dal sapore tutto romano.

Forno “Boccione” di Limentani Vilma
Via del Portico d’Ottavia, 1, 00186 Roma
06/6878637
Giorni di chiusura: il venerdì pomeriggio e il sabato


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