Sannio DOP-Consorzio Tutela Vini: dalla 2012 alla 2001, cinque annate di Falanghina a Eccellenze Campane

Pubblicato in: Benevento, in Campania

 

Eccellenze Campane, polo della cultura enogastronomica nel cuore di Napoli, ospita il Sannio. Così il Sannio DOP Consorzio Tutela Vini apre la sua lunga cavalcata con una bella degustazione che parla di falanghina. Declinata in 5 annate dalla 2012 alla 2001, racconta una storia diversa da quella cui eravamo abituati, una storia di un vino longevo e non solo beverino e di pronto consumo. Racconta la storia di un territorio e di uomini, viticoltori che si mettono alla prova e condividono le loro bottiglie attraverso un lungo viaggio che terminerà assieme all’AIS, in autunno, a Milano. Bello il messaggio di “buona salute” che questo vocato territorio riesce a dare attraverso il Consorzio. Libero Rillo, presidente del Consorzio e Nicola Matarazzo, direttore, in questa prima tappa sono appassionati portavoce di una terra che ha imparato, non senza difficoltà, a fare sistema.

Moderato da Luciano Pignataro, ci conducono attraverso le bottiglie Nicoletta Gargiulo, Presidente AIS Campania, Tommaso Luongo, Delegato AIS Napoli e Franco De Luca, Responsabile Didattica AIS Campania. Non è una verticale ma un vero e proprio percorso tra falanghine di differenti aziende e diverse annate. Le bottiglie erano in cantina, lì, a memoria storica e non pensate per l’invecchiamento, regalando così un gioco di attesa e scoperta di grande interesse.

Si comincia con la Falanghina del Sannio DOP 2012 di Corte Normanna. Buona, tipica, ha tutto ciò che ci si aspetta da una falanghina giovane. Bellissimo il colore luminoso e chiaro, ha subito sentori di frutta a pasta bianca, toni agrumati, piccoli fiorellini ed una bocca affilata e freschissima.

Ottima acidità e bella sapidità sanno ben tenere a bada la chiara sensazione pseudocalorica. Buona la struttura ed un finale pulito e abbastanza lungo che parla di grandi potenzialità d’invecchiamento.

La 2011 è la falanghina del Sannio DOP FOIS di Cautiero. E’ chiaro che un anno di più in bottiglia agevola una falanghina più compiuta, dal colore maggiormente carico ma sempre vivace e luminoso. Il naso lancia un soffio di mineralità ed una certa eleganza, esprimendo un buon equilibrio che accompagna poi una bocca ricca e succosa ed al contempo bilanciata nel guizzo acido-sapido. In sala c’è Fulvio Cautiero.

A conduzione biologica, cura e dedizione, si occupa dei propri vini affinché portino in bottiglia la vera essenza del territorio e del vitigno. Qui mai si gioca su aromi spinti o piacioni.

Passiamo all’annata 2007 di Terre Dei Briganti. Annata assai complessa, calda e secca, ha però tirato fuori bei vini come questo bicchiere dallo splendido colore vibrante e luminosissimo. Apre con grande, intensa ed ampia mineralità e toni di idrocarburi. Da qui si dipanano sentori di frutta matura come l’albicocca ed ancora note floreali da fiori gialli. Il palato è un gran punto di forza con la sua spiccata sapidità ed un tatto avvolgente, di buona struttura, caldo e tutto ben integrato. Decisamente un gran bel bicchiere.

La Falanghina Vàndari 2003, Antica Masseria Venditti, subito si propone con un colore pienamente dorato carico e vivacissimo.

Il naso è puntellato dalla frutta in confettura come la pesca e risulta caldo ed impattante, persistente. Ha una beva segnata da una buona sapidità che lo mantiene gagliardo e vivo. E’ una 2003 e non te lo aspetti. In sala Nicola Venditti, uomo accurato e meticoloso, piccolo-grande produttore e caposaldo del Sannio, da sempre fa biologico e da sempre si occupa di ricerca e territorialità.

“ Io dico che si è bravi enologi quando si raggiungono le 40 vendemmie, io sono alla 39!” ed intanto in cantina in questi anni mai è entrato il legno e mai ci entrerà.

Terminiamo, tra grande attesa e curiosità, con la 2001 dell’azienda Fontanavecchia di Libero Rillo.  Vino dal colore intenso e carico che vira nell’ambra , ha grande struttura. I sentori sono di frutta sotto spirito, frutta secca e tostata, mela cotogna e spunti dolci. Ha 13 anni questo sorso che nel bicchiere sa raccontare il tempo con audacia e complessità. Termina lungo e molto persistente. Libero Rillo ci spiega che è un vino che nasce per durare nel tempo ed è interessante scoprire che quando si parlava di falanghina da pronta beva c’era già chi credeva nelle potenzialità d’invecchiamento di queste bottiglie.

“Ognuno di questi bicchieri è una storia a sé” ricorda Nicola Matarazzo ed è bellissimo poter mettere il naso in un territorio che attraverso il tempo ha fatto passi da gigante. Parlare solo di terra di quantità è ormai lontano ed anacronistico soprattutto di fronte a bottiglie che narrano di qualità e cura.

Sara Marte

 


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