Slow Wine 2012

Pubblicato in: Polemiche e punti di vista

Allora, ripartono i lavori per la guida Slow Wine che registra uno straordinario successo di vendita, in libreria nettamente prima su tutte. Ieri abbiamo fatto la riunione per le regioni del Basso Tirreno (Campania, Basilicata e Calabria) con Giancarlo Gariglio che cura questa pubblicazione insieme a Fabio Giavedoni. Un breve bilancio generale e alcuni accorgimenti per migliorare ulteriormente il lavoro che ci attende nei prossimi mesi.

Due osservazioni personali, così tanto per gradire.
Iniziano ad arrivare proteste di produttori che pensano di essere stati “maltrattati”, o esclusi, dalla guida.
Ottimo segnale della ripresa dell’export visto che negli States questa guida inizia ad essere un importante punto di riferimento. La mia impressione è che molte cantine abbiamo sottovalutato inizialmente questa nuova impresa editoriale di Slow Food Editore e che solo adesso si stiano accorgendo che una guida fatta per i lettori e gli associati è di per se molto più potente ed efficace di una guida pensata per i produttori.

La piena e totale libertà di valutazione, ovviamente in una giusta dialettica di confronto tra collaboratori, coordinamenti regionali e curatori responsabili, resta il bonus assoluto che rende molto interessante e piacevole questo lavoro.

Le fasi di lavoro sono sostanzialmente tre.

La prima sono le visite in cantina. Un passo indispensabile e necessario per conoscere il produttore, la sua filosofia, girare tra vigne, entare in cantina, provare i vini. Questo approccio così profondo è possibile grazie alla diffusione capillare di Slow Food in tutto il territorio italiano ed è il vero taglio con il passato.
I produttori erano abituati ad inviare i campioni alle commissioni e questo spesso ha determinato la nascita dei “vini per le guide”, così definiti a vario titolo su cui non vale spendere altre parole tanto ci siamo capiti.
Invece chi entra in cantina ha la possibilità di trovare i vini per il consumatore, provarli, segnalarli al coordinamento regionale.

La seconda fase sono gli assaggi regionali
Questa volta si è deciso di essere più selettivi ancora, portare a questo livello solo i vini candidabili al passaggio successivo. Questo significa che il grande lavoro di scrematura sarà fatto proprio nel corso delle visite. Qui i vini saranno provati coperti, senza cioé conoscere il produttore, per andare ad una valutazione il più serena possibile.

La terza fase è a Bra
Qui ci sarà il terzo assaggio del vino in un panel nazionale dove le diverse esperienze gustative sono messe a confronto. E saranno fatte delle scelte.

L’obiettivo è segnalare l’eccellenza italiana senza essere condizionati da fattori esterni quali la pubblicità, rapporti commerciali o di consulenza, semplici simpatie o antipatie.

Naturalmente la perfezione non esiste, ma tutto è perfettibile. Noi ci proviamo.

Sicuramente avere resettato le gerarchie maturate in vent’anni può aver provocato qualche mal di pancia e qualche recriminazione, ma c’era il bisogno di rivisitare con occhi nuovi la nostra splendida viticoltura coniugando qualità e filosofia produttiva che fondi basi che vadano oltre l’arco temporale di una sola generazione, come si è detto ieri sera alla Enoteca La Botte durante una splendida degustazione con Salvo Foti.

Sono queste le aziende e le cantine che ci interessano perché anche il nostro progetto ha l’ambizione di avere tempi lunghi. Lunghissimi.



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