Sorrento, Terrazza Marziale: buona cucina nella grande bellezza

Terrazza Marziale, a destra lo chef Eugenio Cuomo con la brigata e Costanzo Cacace

Terrazza Marziale
Piazza Saverio Gargiulo,2
Tel. 081.8074406
Sempre aperto, ferie da novembre a marzo
www.terrazzamarziale.com

Cresce l’offerta gastronomica di Sorrento, un luogo dove basterebbe un pizzico di spinta in più per conquistare la ribalta mondiale  grazie ad una cultura dell’ospitalità diffusa e antica di due secoli, panorami mozzafiato, patrimonio artistico e architettonico insuperabile. Il tutto sorvegliato dal Vesuvio.
Ritroviamo in un antico e bellissimo palazzo con sette stanze e una terrazza romantica due grandi routinier della ristorazione: Costanzo Cacace, da quarant’anni re della sala ma con l’entusiasmo di un quindicenne, ed Eugenio Cuomo, allievo di Enrico Cosentino, una vita spesa a fare consulenze per il mondo.

Dopo la buona stagione dello scorso anno la ripartenza segna nuovi ingressi in cucina, tra cui un allievo di Nino Di Costanzo che ha lasciato, come tutti, il Mosaico a Ischia in questa diaspora gastronomica primaverile.
L’atmosfera è quella classica, rassicurante, professional-confidenziale dell’alta cucina sorrentina dove il cliente ha mille attenzioni ma senza subire un servizio rigido e asettico.

Un locale che ha scelto di fare servizio vero, aperto dunque a pranzo e a cena, scelta che è da considerarsi sempre una prova di forza.

Nelle sale, nelle stanze, nell’ingresso, si sente la mano femminile. La proprietaria Paola Savarese segue direttamente la gestione del Palazzo che a fronte strada ha Il Marzialino, winebar più veloce dove si mangiano sfizi e qualche buona carne.

La cucina ci è piaciuta per l’equilibrio tra freschezza, innovazione e solidità di mestiere. Della serie “stare sempre un passo avanti e non di più rispetto alla massa2 come si diceva negli anni ’70

Il crudo è sontuoso, ampio, di territorio.

 

 

Anche i primi sono segnati da una visione non greve, dal risotto ben eseguito alla pasta con i ricci piena di sapore.

 

 

I secondi di pesce e di carne sono piatti veri e di sostanza. La qualità della materia prima e dei prodotti è di primo piano e il risutato si vede nel piatto.

 

 

Predessert defaticante e dolci non stucchevoli anche se nell’ambito della gioiosa tradizione sorrentino-partenopea (ossia con il limone che entra più spesso in gioco che a Napoli).

 

 

 

Il palazzo è un lugo di accoglienze, con sale di lettura e conversazione, uno spazio per piccole cerimonie e una cantina strabiliante curata da Costanzo che in questo lavoro è accompagnato dal figlio Aniello Junior.
Un lusso accessibile a tutte le tasche: il menu degustazione costa 75 euro e i ricarichi sui vini sono professionali, una vera eccezione nel panorama della Penisola dove volano mazzate per gli appassionati italiani grazie ai russi.

La partenza è promettente: se la proprietà continua a crederci, forti dell’esperienza di sala e della solidità di un cuoco ormai sulla cinquantina e dunque poco influenzato dalle ansie televisive degli ultimi cinque anni, nessuna soddisfazione potrà essere negata a questo luogo di charme, buon gusto e, soprattutto, di sapori veri.


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