
Una gran bella serata tra gli amici di sempre nel Castello di Taurasi. Stavolta per la presentazione della Guida Slow Wine abbiamo messo insieme due formidabili vigneron irpini che hanno dato un senso al Taurasi: Antonio Caggiano a quota 320 e Salvatore Molettieri a quota 550/600.
Per capire quanto sia diverso il vino di uno stesso territorio a 17 chilometri in auto e a soli dieci in linea d’aria. Per rivivere tre millesimi, 2004, 2005 e 2006 che noi amiamo molto.
Questi grandi vini li abbiamo accompagnati con il prosciutto di cinghiale e un caciocavallo di Montella di Mario Carrabs e due soffritti irpini, quello di Ariano Irpino e quello di Taurasi. Di fronte a questi cibi di territorio l’Aglianico ha ritrovato subito la sua funzione, dimostrando la sua estrema capacità di affrontare le situazione più impossibili.
Perfetta l’organizzazione curata dalla Condotta Slow Food Colline dell’Ufita e Taurasi che ha saputo coniugare vino, comunità del cibo e territorio con una straordinario lavoro volontario motivato dalla passione e dalla cultura dei soci.
Il nostro racconto del vino è appena iniziato.
Già, perché il segreto per andare avanti e migliorare è non pensare mai di essere arrivati.
Dai un'occhiata anche a:
- I miei migliori morsi in ordine di apparizione: 035 c’è Armonia a Vallo
- Donne produttrici: il vino italiano al femminile 46| Matilde Poggi
- I miei migliori morsi in ordine di apparizione: 043 Pizzeria La Terrazza STG 317 i sette punti forza (Napoli) visibili anche al milanese imbruttito
- I miei migliori morsi in ordine di apparizione: 049 Il Saraceno, Arcore, dove i fratelli DI Lieto, originari di Minori, spadellano e ammaccano dal 1978
- Celebrare la festa della donna con dolcezza: un omaggio a cinque pasticcere talentuose
- Addio a Donato D’Angelo, pioniere del vino di qualità nel Vulture
- Ampelio Bucci ricordato da Licia Granello
- Abbecedario. G come Gastrofighetto