Casa Coloni e Tenuta Duca di Marigliano: dove la memoria incontra la modernità e la cucina diventa vita

Tenuta Duca di Marigliano
Via Tavernelle 86, 84047 Capaccio Paestum (SA)
Telefono: +39 0828 721297

Prezzo medio per la cena al ristorante Casa Coloni: circa 65-90 euro a persona

di Ornella Buzzone

A pochi passi dai templi millenari di Paestum, immersa nella campagna, sorge la Tenuta Duca di Marigliano, una dimora storica trasformata in un boutique hotel di rara bellezza. Dieci anni fa la proprietà, fortemente radicata nel territorio, decise di salvare dall’abbandono quella che un tempo era una residenza di caccia. Ne è nato un progetto di restauro durato molti anni, meticoloso, rispettoso, quasi filologico: un lavoro che ha restituito vita e dignità a una struttura dal fascino antico, oggi arricchita da comfort contemporanei che non tradiscono l’anima originaria del luogo.

La Tenuta oggi conta 19 camere, una piccola spa, due piscine, giardini curatissimi e un’atmosfera rarefatta in cuil’eleganza storica convive con dettagli moderni scelti con gusto sobrio e raffinato. È uno di quei luoghi in cui il tempo rallenta, in cui la memoria architettonica non è esposta come un cimelio, ma respirata in ogni angolo.

Ed è proprio nel cuore pulsante di questa tenuta, nell’antica casa colonica sapientemente riconvertita, che vive Casa Coloni, il ristorante guidato da dieci anni dallo chef resident Luigi Coppola.

Ci sono chef che cucinano ingredienti e chef che invece li studiano, li interpretano, li vivono. Luigi Coppola appartiene alla seconda categoria. Autodidatta, curioso, profondamente affascinato dalla chimica degli alimenti, lavora sulla materia prima con un approccio quasi scientifico ma guidato da una sensibilità innata. Le sue sono fermentazioni consapevoli, recupero di tecniche antiche, sperimentazioni che non nascono per stupire ma per conservare, esaltare, raccontare.

“Non abbiamo inventato nulla”, ripete spesso. E ha ragione: le sue preparazioni dialogano con pratiche millenarie,dal
garum al miso, dalla colatura alla maturazione naturale, ma lo fanno con un tocco di modernità che le rende immediate, intelligenti, emozionanti. La sua cucina non è statica, non cerca forme predefinite: si muove, evolve, respira, proprio come gli ingredienti che ama osservare nel loro cambiamento naturale. Un pomodoro può perdere la sua forma e diventare un velo; una scarola può trasformarsi in consistenze nuove senza perdere identità; un pane può ospitare una muffa nobile e raccontare insieme passato e futuro.

Emblematico è il celebre pane alle ghiande, nato da un racconto che appartiene alla memoria collettiva: quello dei pani scuri dei soldati, poveri, ruvidi, spesso segnati dalla necessità. Luigi lo riprende, lo studia, lo nobilita. La farina di ghiande, raccolte nella Tenuta, utilizzata al 30%, diventa un gesto di recupero culturale e di evoluzione tecnica: il pane appare scuro, intenso, vivo. Un pane che parla.

La cucina di Luigi Coppola nasce sempre da un’idea di tradizione. Non la tradizione fotografata, ma quella viva, reinterpretata con rispetto e consapevolezza. Così piatti come lo Scarpariello o la Pizza di Scarole non arrivano mai come copie conformidelle versioni classiche: diventano racconti liquidi, schiume, affumicature, contrasti. C’è tecnica, certo, ma c’è soprattutto memoria. Ogni menu ha un piatto che abbraccia, uno che sorprende e uno che invita a pensare. Perché, come dice lo chef, la cucina è apertura mentale. E Casa Coloni chiede proprio questo: aprirsi, lasciarsi meravigliare, abbandonare i preconcetti e seguire il ritmo della materia.

La Tenuta Duca di Marigliano e Casa Coloni non sono due entità separate: sono un unico organismo. La quiete elegante dell’hotel, la cura degli spazi, il dialogo costante tra antico e moderno trovano la loro massima espressione nei piatti dello chef. La cucina di Luigi Coppola è l’estensione naturale della Tenuta: un’ode alla terra, un esercizio di tecnica, un racconto di memoria che non smette mai di evolvere. Chi sceglie di soggiornare o cenare qui vive un’esperienza completa, sensoriale e coerente. È come entrare in un microcosmo dove tutto è curato, studiato, ma mai artefatto: un luogo dove l’estetica incontra l’autenticità.

La cena speciale a quattro mani, realizzata insieme allo chef ospite Mirko Cairone, originario di Battipaglia e oggi attivo in Toscana al ristorante Il Passaggio by Capanna a Montalcino, è stata un incontro di intenti, un dialogo rispettoso e curioso, impreziosito dall’abbinamento dei vini della Cantina Barone di Rutino, realtà cilentana che condivide la stessa filosofia di autenticità ed equilibrio. La serata si è aperta con un aperitivo di benvenuto, seguito da un percorso gastronomico che ha raccontato con chiarezza l’identità di Coppola.

Il primo assaggio è stato un piatto che sembra semplice solo all’apparenza: mela, gambero, carrube e pecorino, un intreccio calibrato tra dolcezza, iodio, sapidità e note tostate, in cui ogni ingrediente è messo a nudo nella sua espressività.

A seguire, uno dei piatti più iconici della serata: il risotto all’aceto di rose di Paestum con smen di rombo, profondo e avvolgente, un piatto poetico che gioca sull’acidità e sulla grassezza marina, portando nel piatto un frammento della storia agricola della piana pestana.

Poi è arrivato il piatto-identità della cucina di Casa Coloni: il pacchero allo scarpariello affumicato, un omaggio al padre dello chef. Qui la memoria incontra la tecnica e si trasforma in un’esperienza gustativa intensa, rotonda, rassicurante e allo stesso tempo sorprendente. Il percorso si è chiuso con un dolce che racchiude perfettamente la filosofia di Luigi: fichi bianchi, rosmarino e miso alla vaniglia, una chiusura armonica ed elegante in cui fermentazione, aromaticità mediterranea e dolcezza naturale si fondono senza sovrastarsi.

Durante la serata sono stati presentati anche alcuni piatti di Cairone.

Uno, in particolare, mi è rimasto impresso con forza: l’orto con passatina di borlotti fermentati, pochi ingredienti, tutto vegetale, ma capace di lasciare un ricordo straordinariamente vivido. Due chef distanti geograficamente, ma incredibilmente vicini nella visione della cucina.

La mattina ci si risveglia con una colazione che profuma di cura e artigianalità, preparata interamente con i lievitati dello chef: dal croissant al pain au chocolat, tutto esce dalle sue mani. Ma ciò che più sorprende, lasciando letteralmente senza parole, è lo yogurt montato dello chef, servito con la sua cioccolata e le sue confetture.

Un assaggio straordinario, capace di trasformare la colazione in un momento davvero memorabile.

Se ti trovi a Paestum e desideri vivere un’esperienza gastronomica straordinaria, a due passi dai templi, Casa Coloni è una tappa imprescindibile. E se vuoi immergerti completamente nella quiete delle campagne di Paestum, tra mare, storia e prestigiosi caseifici, la Tenuta Duca di Marigliano è il luogo ideale in cui fermarsi a dormire e lasciarsi avvolgere dalla magia del territorio.

 

Scheda del 29 marzo 2023

Tenuta Duca Marigliano a Paestum: il ristorante Casa Coloni con Luigi Coppola

Ritorniamo un anno dopo in questo bellissimo Boutique Hotel di Campagna e troviamo una cucina sempre più decisa e ricca di sapore. Grandissima attenzione viene data alla materia vegetale, a cominciare dai formaggi vegetali realizzati in proprio, uno dei rari casi al Sud.
Il servizio è sempre attento, nel frattempo è arrivata anche la citazione della Michelin, il cuoco Luigi Coppola è avido di conoscenza e di scambio di idee e quetso lo sta aiutando nella maturazione professionale. Tra le cose provate, deliziosi il pollo e il risotto, ottimo tutto il resto, da rivedere perchè troppo dolce a nostro parere lo spaghetto con i ricci. Daleggerire, evitando i carboidrati, nell’aperitivo.
Tre i menu degustazione, cilentano, di mare e vegetariano, tutti a 70 euro. Un prezzo più che abbordabile.
L’esperienza è positiva e complessa, com inserimenti nippoici ben dosati che aiutano le materie prime locali e stagionali.
Tra i vantaggi, un parcheggio riservato e le stanze molto belle se vi volete fermare la sera.
Imperdibile se siete a Paestum.

 

23 marzo 2022

In primo luogo dobbiamo dire che i presupposti ci sono tutti: un restauro rispettoso della struttura originale, una proprietà solida, uno chef fidelizzato dalla passione e dai ricordi di quando, bambino, giocava proprio in questi terreni un tempo abbandonati, lo staff appassionato e professionale, l’attenzione ai tempi ambientali e del recupero, grande materia prima. Quali presupposti? Per la stella Michelin che ha fatto di Paestum un fenomeno gastromediatico che ha spiazzato alcuni critici del Nord ancora fermi alla stazione di servizio di Roncobilaccio.

Sono sei anni che in questo locale si propone una raffinata ristorazione fine dining con una crescente attenzione ai prodotti del territorio mentre Luigi Coppola con lo staff di cucina e di sala, gestita con passione da Michele Mascolo,  accumula l’esperienza necessaria per soddisfare gli ospiti dell’Hotel come quelli che vengono da fuori.

Noi abbiamo fatto una cena, contrariamente alle nostre abitudini, quasi notturna al termine di una degustazione al Paestum wine Fest. Cena musicalmente perfetta, ci sono piaciuti molto i due antipasti a base vegetale, di buona scuola i secondi di carne e di pesce, delicati i due primi.

Insomma un posto  molto carino, a ridosso di via Tavernelle sul versante occidentale delle Mura, luogo di movida di buona qualità grazie ad una serie di locali. Ai templi si può arrivare a piedi perchè l’ingresso degli scavi è a poche centinaia di metri. Ogni stanza è personalizzata, con tutti i comfort: insomma per chi ama il turismo archeologico e paesaggistico non ci può essere posto più adatto e perfetto. Soprattutto questo hotel non ha chiusura invernale.

Il menu è ben centrato, con cinque proposte per portata che consente di fare carne, mare e vegetariano. La carta dei vini vive della passione e della competenza della sala.

Ecco perchè, a nostro modesto parere i presupposti per aumentare il patrimonio stellato di Paestum ci sono tutti. Se Luigi, oltre a continuare come sta facendo, troverà il tempo per girare un po’ di più, tenere la battuta aggiornata delle tendenze in atto nel mondo gastronomico nazionale e internazionale, fare rete con i colleghi, l’obiettivo sarà sicuramente centrato.

CONCLUSIONE

Stelle e stelline a parte, dal punto di vista degli appassionati soggiornare e mangiare a Tenuta del Marigliano è una bellissima esperienza, assolutamente appagante. Una cucina di buona personalità, ricca di prodotti della fertile piana del Sele, terra di mare, e di monti, di agricoltura e zootecnica avanzate e di biodiversità del Parco del Cilento. Bene la carta dei vini gestita da Danilo Manzo. Una chicca gastronomico entusiasmante in cui gli stellati sono solo la punta dell’iceberg di una filiera di qualità.

 

Cosa si mangia a Casa Coloni di Tenuta Duca del Marigliano a Paestum: il menu

 

Luglio 2016

di Barbara Guerra

Loredana e Rosario Paolino sono i giovani imprenditori che da poco hanno inaugurato il loro boutique Hotel adiacente le mura dell’antica città di Paestum.

Una ristrutturazione sensibile e cura dei dettagli, prende così nuova vita la villa ottocentesca dei “Casabella” che oggi va ad arricchire l’offerta ricettiva di fascia alta della città dei Templi.

Le camere sono di piacevole vivibilità e dallo stile personale, affacciano sulla campagna pestana con lo sguardo rivolto alla Costiera. Un parco ampio e fiorito crea una sensazione rilassante e piacevole.

Il ristorante, aperto al pubblico, è guidato da Luigi Coppola, chef del posto con esperienze sia in Regione che in altre parti d’Italia. In un ambiente raffinato l’intelligente proposta vede protagonisti gli ingredienti di territorio pur con qualche rassicurate apertura internazionale.

D’estate si cena sotto un comodo pergolato. Al centro dell’attenzione la pasta secca ed il pescato locale.

Trionfano gli ortaggi che sono coltivati direttamente ed in maniera biologica ed ovviamente mozzarella e ricotta di bufala lavorati con rispetto e sensibilità.

La sala, guidata da Michele Mascolo, assiste gli ospiti con professionalità e garbo.

Da provare subito, per godere delle belle serate estive ed apprezzare la sontuosità degli ingredienti di stagione.

Il nostro grande “In bocca al lupo” per questa nuova perla nel panorama dell’ospitalità di qualità della Campania.

 


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