Torre del Saracino di Gennaro Esposito, come si cucina il mare nel 2012

Via Torretta, 9
Tel. e fax 081.8028555
Sempre aperto
Chiuso domenica sera e lunedì
Ferie tra gennaio e febbraio
www.torredelsaracino.it

Siamo tornati a fine stagione da Gennaro Esposito. Non sappiamo scrivere niente di meglio del commento di Albert Sapere, uno dei giovani palati più promettenti d’Italia, lasciato su Facebook: Mangiare alla Torre del Saracino è come un tuffo nel mediterraneo. Profumi e sapori familiari che conosci da sempre, che ritrovi reinterpretati con una eleganza gustativa unica. Gennaro Esposito Chef un grande ambasciatore di un territorio attraverso la cucina: mare, sole, pomodori, limoni, mozzarella. Interprete al vertice di una cucina italiana, mai meglio prima d’ora.

 

Sì, Albert, è proprio così. Questi sapori li  si conosce  da sempre, soprattutto io che sono un po’ parecchio più grande di te. Ma Gennaro ha avuto la capacità di velocizzarli, ingentilirli non solo con lo scontato alleggerimento bensì con la perfezione delle tecniche e l’introduzione della profondità.

Oggi da Vittoria e Gennaro leggi le diverse influenze dei suoi apprendistati e dei suoi giri, ma la verità è che ti trovi di fronte ad una cucina concettualmente autonoma, che ruba motivi musicali per applicarli su uno spartito tutto proprio, mai ruffiano e capace di esaltare i sapori. Una cucina mediterranea a tutto tondo. E’ entrato nel pieno della sua maturità,  sono convinto che ha da regalarci ancora tante belle stagioni creative.

 

 

 

La batteria di entrata è divertimento puro, immediato. Colpi alla volé sotto rete o di tacco a centro area. Spunti, freschezza, strizzatine d’occhio.

Questi due sono i piatti che mi hanno colpito di più. La zuppa di arancia è spettacolare, la cucina ha tirato fuori solo il citrico, nessuna dolcezza, neanche in sottofondo, che aiuta il mare nel palato. L’altro piatto è un cupo travestimento in cui prevale ora l’uno ora l’altro elemento, con l’allungo fumé finale che domina. Magnifici.

La Fettuccia presentata come antipasto. Un piatto concentrato, salato, tosto. Peccato non fosse una zuppiera, ci avrei bevuto un litro di Greco di Tufo di Gabriella Ferrara.

Nelle zuppe Gennaro, come si dice, ha la mano. Nulla da dire se non la fragranza rinfrancante, il piacere del maestrale che soffia e ci rinfresca.

Ecco il piatto che meno mi è piaciuto: avrei eliminato la ricotta.

 

La coperta di Linus

Bella prova dei conchiglioni della De Cecco, in mona i luoghi comuni come dicono in Veneto.

Centrata la scelta del pesce con il foie gras, ma ne avrei messo un po’ in meno e infatti alla fine mi è restato nel piatto.

No, su  De Rica non si può:-)

Freschi e moderni i dolci, mai stucchevoli. Una chiusura di alleggerimento totale.

 

Poco vino visto la giornata che mi aspetta. Il Fiano 2010 di Maura sarno ha fatto rapidamente dimenticare il Marsella 2008.

E poi questo bianco fatto da Luigi Moio in Penisola Sorrentina. Fosse che fosse la volta buona? Fiano e Falanghina, un blend tosto e azzeccato.

Ottimo il bianco d’Oltralpe, ma il Fiano 2010 ormai ci fa stare in un altro pianeta:-)


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