Trentodoc: sette etichette da non perdere per finire l’anno alla grande

Pubblicato in: I vini da non perdere
Trento doc, degustazione al Museo

di Adele Elisabetta Granieri

Quella del metodo classico in Trentino è la storia di una sfida ambiziosa e caparbia iniziata un secolo e mezzo fa, quando Giulio Ferrari intuì le potenzialità  di  spumantizzazione delle uve di montagna e diede la spinta a tutti gli altri produttori. Classe 1879, frequentò l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige per poi affrontare una serie di viaggi studio nella zona di Epernay. Ferrari seppe cogliere la somiglianza tra il Trentino e la Champagne e iniziò così a produrre nel 1902 le sue prime 200 bottiglie, seguendo le regole apprese oltralpe.

A lui seguirono molte altre aziende, fino ad arrivare al 1993, anno in cui Trentodoc ottenne  la prima Denominazione di Origine Controllata in Italia riservata ad uno spumante metodo

classico.

Le uve dalle quali si ottiene sono Chardonnay, Pinot nero, Pinot bianco e Pinot Meunier. La vendemmia è svolta manualmente e la maturazione in bottiglia varia da un minimo di 15 mesi (36 per la tipologia “riserva”), fino a 10 anni sui lieviti per i Trentodoc più raffinati ed evoluti.

Il marchio collettivo Trentodoc è nato nel giugno del 2007 e raggruppa 45 case spumantistiche, la cui promozione è affidata all’Istituto Trento Doc, autore di coinvolgenti iniziative volte a far conoscere la qualità degli spumanti nel mondo. “Bollicine sulla città” è una di queste, volta ad animare per circa un mese, dal 18 Novembre all’11 Dicembre, la città del Concilio con le bollicine di montagna.
Da quest’anno Trentodoc sarà partner di AIS per il Concorso che assegna il titolo di Miglior Sommelier d’Italia dell’associazione e il premio Trentodoc.

Palazzo Roccabruna e il Muse – Museo delle Scienze hanno ospitato le degustazioni di oltre 100 etichette proposte direttamente dai produttori e tra queste vi segnalo i migliori assaggi:


Dai un'occhiata anche a:

Exit mobile version