Tuscania, pizzeria Sant’Agostino: la romana che profuma di olio buono

Pubblicato in: Le pizzerie
Pietro Moro, pizzeria Sant'Agostino a Tuscania

Pizzeria Sant’Agostino a Tuscania (VT)
Piazza Conte Enrico Pocci 4

Aperto la sera
Chiuso: martedì

di Virginia Di Falco

Tuscania è una delle più belle città d’arte del Lazio in provincia di Viterbo, con il borgo medievale molto suggestivo e ben tenuto. Come tutti i borghi della Tuscia ha anche a disposizione un invidiabile paniere di tesori gastronomici: dall’olio extravergine ai vini, dalla nocciola dei Cimini ai legumi.

Nonostante questa immensa ricchezza paesaggistica, artistica ed enogastronomica però, Tuscania non hai mai brillato per vivacità nella ristorazione.
Suggeriamo dunque a maggior ragione con piacere questa pizzeria con cucina, Sant’Agostino, aperta un anno fa nel centro storico, all’interno di un’antica canonica del ‘500 che affaccia su una piazzetta silenziosa.
Con una sala interna e spaziosa e un grande banco per la mescita all’ingresso, arredata in maniera essenziale e moderna, la pizzeria gode in realtà soprattutto di uno spiazzale all’aperto con grandi ombrelloni e piccoli tavoli ben distanziati.

In cucina e al forno (elettrico) c’è Pietro Moro, romano, da 7 anni a Tuscania, che, cresciuto in una famiglia che si è sempre occupata di ristorazione, ad un certo punto ha cominciato a frequentare dei corsi per poter poi avviare una propria attività. L’illuminazione è arrivata dopo un periodo di formazione con Gabriele Bonci, e da lì, l’idea di aprire la pizzeria insieme alla sua compagna Federica.
Lui in cucina, lei in sala, dunque, con un servizio dall’atmosfera schietta e cordiale.
Il menu si concentra prevalentemente sulla pizza, ma ci sono anche sfiziosi antipasti con taglieri di prodotti tipici della Tuscia o i classici fritti. Una sezione a parte, da “street food” per i panini con hamburger.
Tra le pizze, oltre alle classiche, suddivise tra rosse e bianche, trovate una decina di varianti pensate da Pietro a seconda dei prodotti disponibili in stagione, quasi tutti provenienti da aziende locali.

Noi abbiamo provato la “Angelica” con pecorino, guanciale della Tuscia, miele e mandorle, con bocconi in grande equilibrio tra sapidità e dolcezza; e una margherita un po’ particolare, «ai Tre pomodori» (omaggio a Gabriele Bonci) che in uscita, oltre alla mozzarella di bufala campana, prevede la felice combinazione di san marzano, pomodoro camone e ciliegino locale.

La pizza è romana, con un impasto a lunga lievitazione, profumata di olio buono e cotta uniformemente, con un risultato finale piacevole per croccantezza e levità.
Piccola carta di birre e vini nazionali, con un conto medio che non arriva a 20 euro.


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