Una giornata da Nicola Mazzella a Ischia: degustazione di Vigna del Lume

Pubblicato in: Giro di vite
Una giornata da Nicola Mazzella

Una giornata da Nicola Mazzella

Vigneti a venti metri a picco sul mare con una pendenza incredibile, tutti lavorate a mano con l’uva che può essere trasportata per la vinificazione solo via mare. La raccolta, la pigiatura e la torchiatura dell’uva sono a mano, il mosto matura in cantine scavate nel corso dei secoli nella roccia tufacea verde, il colore con cui viene indicata l’Isola.

Nicola Mazzella
Ma questi sforzi sarebbero vani se non ci fosse un risultato chiaro e indiscutibile. Ecco perché una degustazione organizzata da Nicola Mazzella, terza generazione dell’azienda fondata dal nonno poco prima della guerra nel 1940, ha dimostrato le incredibili potenzialità della Biancolella di Vigna del Lume, il bianco che caratterizza la viticultura isolana e di solito consumato sempre prima della vendemmia successiva.

L’uva, portata in barca da San Pancrazio a Ischia Ponte, viene poi trasferita a Campagnano, piccola frazione di Ischia, dove Nicola Mazzella fondò la cantina, valorizzata dal figlio Antonio che avviò negli anni ‘70 la prima etichettatura. Siamo nella zona Est dell’Isola, di fronte a Capri.Antonio è un ottantenne arzillo che ama lavorare la terra mentre il figlio Nicola ha ormai preso il timone dell’azienda valorizzandone gli aspetti e curando la sacralità ambientale di un progetto affascinante, salvaguardia concreta di un territorio spesso alla ribalta per la speculazione edilizia ma sostanzialmente ancora ricco di una straordinaria biodiversità

Vigna del Lume ne è una testimonianza, con le uve che vengono raccolte a Punta del Lume,’o lummo per gli abitanti del posto. Non è un bianco qualsiasi, anche se è lavorato con molta semplicità in acciaio e affinato in vetro dopo 50 giorni come la maggioranza dei bianchi campani: nel 2019 fu dichiarato miglior vino nella sua categoria al Vinitaly con un punteggio di 93/100 dopo una degustazione alla cieca tra centinaia di vini bianchi italiani. Una soddisfazione che rivelò un paradosso: in quell’anno la Regione Campania non aveva lo spazio per ospitare la piccola cantina ischitana. Noi abbiamo fatto in cantina una degustazione verticale che ci ha portato dal 2022 al 2017.

Vigna del Lume 2022 si presenta a poco più di un anno dalla vendemmia, freschissima, con note di macchia mediterranea, agrumi, al palato grande freschezza nonostante il grande caldo e la stagione siccitosa che ha messo a dura prova le piante. La 2021 già mostra una buona evoluzione, con un naso di frutta bianca matura, al palato labeva è ben sostenuta. La 2020 è quella che si presenta in perfetto equilibrio, quasi uno zenith della Biancolella tenendo conto dell’annata abbastanza calda anche se non torrida. Riproviamo con grande gusto Vigna del Lume 2019 con note di fume maggiormente accentuate, tipiche dei vini da suolo vulcanico, sorso lunghissimo. Fuori concorso Vigna del Lume 2018 con un marcato tono affumicato all’inizio abbastanza monocorde ma che poi, riscaldandosi, lascia spazio a piacevoli note agrumate di cedro maturo.Al palato la beva è ben sostenuta. La 2017 stupisce per la eleganza e la finezza che in qualche modo si riaggancia alla 2022, anche qui note di fumè e di idrocarburi.


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