Vico Equense, Antica Osteria Nonna Rosa e la cucina di Peppe Guida

Via Privata Bonea
Tel. 081.8799055 – 339 3742099
www.osterianonnarosa.it
Aperto la sera; sabato e domenica anche a pranzo
Chiuso mercoledì domenica sera
Costo da 40 a 8o euro

di Tommaso Esposito

C’è sempre un’atmosfera rilassante e familiare ad accoglierti quando, lasciata Vico Equense sali a Pietrapiano e ti fermi nella casa secentesca, osteria di Peppe Guida.

Il legno, le bianche pareti e le candide tovaglie, il presepe eterno al di là del tempo di Natale, qualche Pulcinella, le piastrelle vietresi.

E poi l’ospitalità.

Si vede dai bocconi di benvenuto che ti accolgono nell’attesa dei commensali.

Un po’ di pane, i sottoli, il salame saporito, il fiordilatte, il provolone del Monaco, le verdure. Ti stuzzicano e ti allenano per il pranzo.
Immancabile la polpettina di Nonna Rosa nel suo ragù antico, ma fresco e giovane.

Ancora il pane e i grissini da intingere nell’olio dolce, fruttato, intenso di Peppe.

E via con gli antipasti.

Pesce azzurro e limone, patate e camomilla.
Lieve, delicato, eppure intenso per la freschezza dell’agrume e l’essenze floreali dell’infuso.

Gamberi rossi crudi, caciotta e mandarino. Croccante la verdura
Dolcemente burrosi, sapidi per il cacio e odorosi per il mandarino.

Scarola di mare affogata.
Gli umori della scarola, appena amari, stanno lì ad accogliere beati i crostacei e i calamaretti spillo tenerissimi e dolci quanto basta. Da ripetere all’infinito.

Intanto dalla cantina raffinata, curata alla grande da Luigi Casciello giungono i vini che accompagneranno la tavola.

Una degustazione di eccezionale carattere.

 

Riso provola cipollotto arancia amara.
E poi dicono che i buoni sisotti si mangiano al Nord. Non c’è bugia più infame di questa. Cottura da manuale e intenso sapore.

Tortelli all’assoluto di baccalà e carciofi.
Veramente asciutti, netti, essenziali. Emerge sul pesce dissalato il croccante carattere dell’ortaggio stabiese.

Pasta e fagioli.
Caramelle di pasta all’uovo farcite di purea di cannellini. La zuppa di rossi borlotti le accoglie. Saporito.

Ricciola scottata e maionese all’arancia.
Fatta lì al momento, fuori carta per rendere incantevole le carni di questo pesce.

Brasato di manzo.
Tenerissimo, suadente per gli umori ristretti che l’accompagnano.

Poi il sorbetto di limoni con le sue scorze candite.

La Santarosa scomposta con un gelato di ricotta su briciole di frolla.
Un trattato di pasticceria napoletana.
La farcia della sfogliatella, semolino uova vaniglia,  diviene letto per nuvole di crema pasticcera e amarene sciroppate. La sfoglia altezzosa ricopre e protegge.

Poi il tiramisù di Peppe. Pure lui scomposto tra crema ed essenza di caffè.
Graffe, caprese, biscottini.

 

E soprattutto fichi secchi.
Ma morbidi e sugosi.
Come Nonna Rosa ha tramandato.


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