dall’inviata a Salice Salentino
A Salice Salentino le cicale hanno energia da vendere…continuano imperterrite ad accompagnare il sole e poi la sera che scende sulle belle vigne di Negroamaro. Così il pensiero di essere in un posto magico t’attraversa, anche se ti incammini nel piccolo paese e ritrovi la storia della viticoltura pugliese.
E’ qui che è nato il primo rosato italiano: il Five Rose. Era il 1943 ed il nome sottolinea l’immediato respiro internazionale che l’azienda è riuscita a dare ai suoi prodotti. Un rosato di Negroamaro che ha subito conquistato sia gli italiani che i cugini statunitensi.
Sarà che in questo prodotto si incontrano due grandi famiglie: quella dei Leone e quella dei De Castris. Un appuntamento di qualche giorno fa ha visto nuovamente protagonista il rosato Five Roses. Stavolta nessun “anniversary”, ma metodo classico brut rosè millesimato.
L’unione della tradizione e dell’innovazione, visto che anocra una volta si tratta di un primato, quello del primo metodo classico pugliese ottenute da uve negro amaro in purezza provenienti dalla zona DOC di Salice Salentino.
Una carrellata di foto per raccontarvi la serata della presentazione a cui erano presenti tra gli altri l’attuale amministratore della Leone de Castris, Piernicola Leone de Castris e il consulente aziendale Riccardo Cotarella.
Ma anche tutta una serie di scatti che mostrano alcuni pezzi del Museo del Vino, location che ha ospitato la serata, ed anche le vigne di Negroamaro e Primitivo e l’azienda.
Ops…e inutile dirlo: il Five Roses metodo classico è risultato essere uno straordinario accompagnatore per una bella serata estiva, un prodotto da “festa” ed allegria come ha sottolineato Cotarella. Un profumo intenso, fresco, può essere un ottimo aperitivo, ma regge benissimo anche a tutto pasto, prediligendo magari frutti di mare o formaggi poco stagionati e verdure di stagione.
Antonella Petitti
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