di Albert Sapere
54 anni di attività, aperto dal 1959. Un locale che è un pezzo di storia di uno dei posti più belli del mondo: La Costiera Amalfitana. Stella Michelin già negli anni settanta. Un locale colmo di opere d’arte di ceramiche preziose. Una carta dei vini monumentale, una delle più complete. Di fianco al ristorante La Caravella Art Gallery dove ceramisti prestigiosi che hanno creato linee esclusive per questa galleria. Un elenco di ospiti del ristorante che hanno caratterizzato la storia del secolo scorso da Andy Warhol a Salvatore Quasimodo, da Gianni Agnelli a Jacqueline Lee Bouvier in Kennedy. Questi sono gli ingredienti della Caravella. Un tributo doveroso, chapeau! La cucina è basata quasi esclusivamente sulla grande materia prima, sopra le righe senza dubbio. I piatti parlano di Costiera del pescato di tradizioni da salvaguardare e da esaltare.
L’idea del buono è dettata dalla storia dalla passione di Antonio Dipino, proprietario e deus ex machina della Caravella.
Il piatto che ci è piaciuto di più il biscotto di Il biscotto di Agerola con crudo di ricciola e gamberi, grande materia prima assemblata e non cucinata. Menzione anche per la melanzana al cioccolato e l’ottimo caffè, non se ne bevono spesso di buoni anche in locali ultra blasonati.
Anche se la mia idea di buono in cucina è onestamente più moderna ho trovato un ristorante che mi ha affascinato, anche per il gusto un po’ retrò di qualche suo piatto, perché la storia ha un peso e per tale va rispettata.
Una cucina solida, di grande tradizione, una materia prima a Km 0, indicato per una cena romantica per perdersi nella magia di Amalfi e della Caravella.
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