Peppe Zullo, un uomo pieno d’avvenire

Pubblicato in: Eventi da raccontare
Peppe Zullo a Villa Paradiso

di Gianni Ferramosca

Una volta superata la piatta linea d’orizzonte tipica del Tavoliere delle Puglie, s’incontrano quasi immediatamente, i Monti Dauni di Peppe Zullo, una sorta di enclave verde, abitata quasi esclusivamente da piccoli contadini e da abili allevatori. Una terra ricca di generose distese di grano, di filari di vite incastonati tra le rose, orti stagionali, ulivi e boschi, che il visionario e poetico cuoco contadino di Orsara di Puglia è riuscito a trasformare, in uno dei più interessanti laboratori gastronomici dedicati al prossimo futuro.

Per meglio comprendere l’esatta portata di questa rilevante opera zulliana, occorre necessariamente far ricorso alle parole utilizzate dallo scrittore e paesologo Franco Arminio, profondo conoscitore di questi luoghi, che a proposito di Peppe Zullo, durante la presentazione della “XX edizione di Appuntamento con la Daunia”, l’annuale rassegna organizzata dallo stesso Zullo ad Orsara di Puglia, in cui è possibile confrontare progetti, discutere di cibo e di sviluppo sostenibile, cosi scrive:

Un uomo pieno d’avvenire

“Peppe Zullo è uno dei protagonisti del nuovo umanesimo delle montagne. Il suo libro lo sta scrivendo a Orsara di Puglia. Forse adesso i libri migliori non li fanno gli scrittori, non restano confinati sulla pagina. Peppe sta scrivendo con la terra e con la carne, con il vino, con le verdure, con la pasta. Sta scrivendo sui monti bassi che cominciano dove finisce il Tavoliere.

Un avventuriero, un rivoluzionario, una figura piena d’avvenire. Nel tempo che vede la fine della modernità novecentesca, nel tempo che apre crepe all’infernale meccanismo produzione-consumo, lui sta costruendo un’impresa solitaria e corale. Uomo dei margini e fuoco centrale, capace di dare buone confidenze ai contadini della sua terra e ai maestri del pensiero. Un uomo del fare, ma con una poetica fitta, vera, intensa.

Nel suo lavoro niente di spumoso e posticcio. Il suo orto non è un invenzione, i suoi piatti non descrivono il cibo, te lo danno. Davanti a un’esperienza cosi bella e coraggiosa bisogna dismettere le antiche attitudini alla diffidenza a allo sconforto. A Orsara è in corso un miracolo.

Più che appartenere al mondo gastronomico, Peppe Zullo è un contadino del sacro. E se la nostra crisi prima che economica è teologica, allora abbiamo bisogno di uomini come lui.

Una volta da Orsara si andava a Milano, ma da Milano nessuno veniva ad Orsara. Con Peppe comincia un nuovo movimento, Milano non è più la cosa che ci manca, ma siamo noi la cosa che manca a Milano. Andare da Peppe Zullo non significa andare semplicemente in un ristorante che è insieme raffinato e popolare, ma partecipare a una rivoluzione che rimette la terra al centro dell’economia e la passione al centro delle relazioni umane. Appassionarsi alla sua storia è un dono che facciamo a noi stessi.”

 

 

 

Un ritratto, quello eseguito dallo scrittore irpino, a cui è davvero difficile aggiungere altro, visto che ha finito per riempire d’importanti e profondi stimoli culturali, la due giorni voluta da Zullo nella sua terra, durante la scorsa settimana. Una rassegna, quest’ultima, sottotitolata “Expo A/R narrazioni e idee per il futuro”, un tema che fa certo seguito alle continue incursioni e ai tanti successi ottenuti dal cuoco Dauno all’Expo milanese, dapprima come responsabile del ristorante pugliese, poi, come ospite di numerosi ed importanti eventi. Un viaggio verso l’Expo, che per lui era iniziato esattamente qui, ad Orsara di Puglia lo scorso anno, durante la precedente edizione della manifestazione dauna e che oggi, in possesso di nuovi occhi con cui guardare al proprio territorio, si conclude esattamente nello stesso luogo.

 

 

 

Per la ventesima edizione di “Appuntamento con la Daunia”, il cuoco sostenitore della piccola ruralità italiana, cambia formula e contenuti alla sua ormai storica manifestazione, arricchendola di nuovi e più ambiziosi progetti. Cosi, attraverso convegni e dibattiti con importanti ospiti, tra i quali, Luca Gardini e la cuoca coreana Gina Park, trasforma la periferia a cui lui stesso appartiene, in un centro del pensiero, del progettare e del agire. Ed è questo, forse, il vero miracolo di cui parla Franco Arminio, o molto più semplicemente, la concreta speranza che arriva dall’esempio di Expo.

 

 

 

 

 

Il cuoco contadino, capace di realizzare con le sue proprie forze due nuove “opere pubbliche”, come Villa Jamele, al quale l’Unesco ha riconosciuto il premio “Fabbrica del paesaggio” e Villa Paradiso, costruite essenzialmente nel bel mezzo della sperduta campagna orsarese, dopo questa ultima edizione di Appuntamento con la Daunia, non smetterà certo di stupirci, statene certi.


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