Ariano Irpino, la disfida del soffritto di 12 comunità del cibo Slow Food. Vince il Fortore

Pubblicato in: Eventi da raccontare

E’ arrivato al quarto appuntamento la disfida del soffritto che coinvolge le comunità del cibo dell’Alta irpinia, della Daunia e del Fortore. Di quell’area dell’Appennino meridionale in cui l’uccisione del maiale segnava uno dei rari giorni di abbondanza e di festa nei secoli della fame, quando bisognava anche fare la guardia ai vigneti per evitare che si rubasse l’uva.

Un appuntamento annuale organizzato dal bravissimo fiduciario Franco Archidiacono (ormai l’unica fucina di ceto dirigente in Campania è Slow Food) per me irrinunciabile: la giusta mediazione tra tutela della tradizione popolare capace di coinvolgere comunità fuori dai riflettori mediatici e al tempo stesso manifestazione della potenza capillare della rete delle condotte.

Fin dal suo esordio, la manifestazione, nata a Vallesaccarda, poi tenuta a Frigento e Flumeri, è l’occasione per vedere insieme i grandissimi prodotti delle zone interne, dal pane di Montecalvo, agli oli, gli ortaggi, le paste e, naturalmente il vino della condotta, il Taurasi.
Ma soprattutto questa manifestazione va oltre il momento conviviale e cerca di incidere sulla produzione e sulla valorizzazione delle diversità.

Il soffritto di maiale delle 12 comunità del cibo Slow Food, di seguito in ordine di apparazione. Per la cronaca, quest’anno ha vinto la comunità di Faeto nel Fortore:

Ed ecco il mio compenso: -)
Uno degli ortaggi più buoni del Sud i broccoli di Paternopoli, paesino irpino vicino Taurasi, rinomato proprio per questo.
Si prepara una settimana di vermicelli e broccoli, una nuova gara per capire qualche marchio di pasta si abbina meglio:-))

Infine è stata l’occasione per rivisitare un po’ di Taurasi: il 2007 di Caggiano (troppo dolce), il 2004 di La Molara e il 2005 di Boccella, la 2000 di Emilio Di Placido, il Poliphemo 2006 di Tecce e una sua anteprima Poliphemo 2007 che uscirà a fine anno. Bevibili e godibili i due Cacce ‘e mitt, Longo e La Marchesa, il Buccenere di Giacomo Pastore e l’Aglianico di Oto Tortorella: in queste occasioni vanno meglio questi rossi di più facile approccio.
Al momento comunque il Poliphemo 2007 è l’unico Taurasi che ho deciso di adottare in questa annata. Vedremo.


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