La pizzeria Erreclub’s di Avellino e la foto simbolo: chest’è.
Ci sono foto che valgono cento editoriali e migliaia di parole. Eccone una
Chest’è, questo è. Una espressione conclusiva, la parola fine nei racconti o nei film.
Una piccola storica pizzeria di Avellino costretta dal dpcm a sospendere il servizio e a fare asporto.
Il giovane pizzaiolo consola il padre Palmiro Ragno, titolare della pizzeria, preso da un momento di sconforto.
La rabbia monta quanto leggiamo sul Fatto le motivazioni che hanno convinto il governo a fare questo scempio: ridurre la mobilità sui mezzi pubblici, ossia una dichiarazione di resa.
Ma viene da chiedesi, perché quello che vale per una grande città deve essere applicato anche a piccole realtà come Avellino, poco più di 50mila abitanti, dove si può girare a piedi? Perchè non c’è il minimo rispetto per la vita umana, per le realtà del Sud che resistono nonostante tutto, perchè queste ghigliottine sociali decise da qualche burocrate superstipendiato?
Che dire? Solo dare la segnalazione di come si sono organizzati e la voglia matta di andarli a trovare appena sarà possibile.
La pizzeria Erreclub’s di Avellino e la foto simbolo: chest’è
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