Brasi Catarratto Sicilia Igp 2009 Ferreri | Voto 86/100

Pubblicato in: I vini da non perdere, in Sicilia

Azienda Agricola Ferreri & Bianco

Uve: catarratto
Prezzo:  15 euro, in enoteca
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno

Colore: 5/5  Naso: 26/30  Palato: 25/30  Non Omologazione: 30/35

Arrivo a Gibellina Nuova intorno alle 11 (ad un tiro di schioppo dal Comune di Salemi, prima Capitale d’Italia ed oggi retta dall’amministrazione dell’istrionico Vittorio Sgarbi), ed anziché entrare in paese salgo in direzione del suggestivo Baglio Di Stefano, un tempo minacciosa ed imponente casa baronale, oggi prestigiosa sede della Fondazione Orestiadi e del Museo delle Trame Mediterranee, due importanti iniziative dell’allora sindaco di Gibellina Ludovico Corrao, già Senatore della Repubblica nonché eclettico uomo di cultura e simbolo stesso del riscatto socio-culturale del paese dopo la tragedia sismica del ’68. Superando il baglio mi trovo già immerso tra i vigneti, ancora spogli e legnosi e tutti già rigorosamente potati e legati.

L’Azienda Agricola Ferreri & Bianco ricade nel territorio del Comune di Santa Ninfa (confinante con quello di Gibellina), a circa 300 m di altitudine, a ridosso della Riserva Naturale Finestrelle (dal nome della montagna omonima ed alle cui pendici si trovano i resti di una necropoli con tombe della tarda età del bronzo e dei primi secoli del I millennio a.C.). La denominazione Finestrelle, (in dialetto “finestreddi”) richiama la somiglianza delle tombe rupestri a piccole finestre. Nella parte ovest del monte si trovano invece i resti  di un piccolo insediamento preistorico. Mentre mi muovo quasi a passo d’uomo a causa della strada interpoderale un po’ dissestata, scorgo in alto sulla destra quello che dalle nostre parti viene comunemente denominato come “macasenu”, ossia una classica costruzione di tipo rurale in tufo e/o in pietra, di varie dimensioni, edificata un tempo dai contadini per il ricovero dei mezzi agricoli e quale confortante rifugio dopo lo spossante lavoro nei campi (in un tempo non poi così lontano, i contadini, quando non vivevano direttamente sul fondo spesso facevano ritorno a casa solo una volta alla settimana, per ripristinare le provviste e vedere i familiari). Senza nemmeno darmi il tempo di scendere dall’auto, mi viene incontro, sorridente ed in perfetta tenuta da “cantiniere”, il simpaticissimo Enzo Bianco, contitolare (con i fratelli Ferreri) nonché responsabile della cantina.

Appena sceso, mi trovo subito a fare una considerazione: per chi è abituato, andando in giro per cantine ed aziende agricole, ad ammirare bagli storici, archi in pietra, stemmi nobiliari, bottaie sotterranee e cantine iper-tecnologiche, qui potrebbe rimanere alquanto deluso, poiché non troverà niente di tutto questo ma… troverà dell’altro. Il fabbricato, realizzato in conci di tufo, situato in cima ad una collina e circondato dai vigneti aziendali, ha una superficie di circa 250 mq e gode di una posizione davvero privilegiata dal punto di vista paesaggistico. In circa 2/3 del fabbricato sono stati ricavati gli spazi necessari e sufficienti di una moderna ed efficiente cantina. Mi trovo ancora davanti all’ingresso dello stabile quando vengo colpito dalla piccola bottaia dell’azienda, che si trova immediatamente sulla sinistra, ancor prima di entrare nella cantina vera e propria, ed è ricavata in un locale di circa 20-25 mq.

Nonostante le spesse pareti in tufo sono in grado di assicurare quel microclima richiesto da una bottaia/barricaia, il vano è provvisto di idoneo impianto di condizionamento appeso al soffitto. Ad occhio e croce, nella piccola bottaia trovano alloggio circa 60 piéce, tra rovere francese e legno di castagno. Queste ultime rappresentano il “leitmotiv” della politica aziendale in fatto di “elevazione”, ossia la singolare ed encomiabile scelta di limitare l’uso della famigerata barrique bordolese da 225 litri privilegiando le  tradizionali botti di castagno di antica memoria, tutte realizzate da un mastro bottaio del marsalese. Entrando nei locali della cantina noto la piena operatività e mi scopro ad osservare con interesse gli addetti impegnati nell’imbottigliamento del loro cabernet sauvignon in purezza non barricato.

E’ senza dubbio il più piccolo impianto di imbottigliamento che ho mai visto in un’azienda vitivinicola, ma non per questo meno efficiente. Ogni operazione è manuale e/o semiautomatica ed implica l’apporto degli operatori, dalla sterilizzatrice al termoretrattore per le capsule. La linea di vinificazione è stata sistemata sul retro del fabbricato, in un’apposita piattaforma esterna, mentre all’interno del locale-cantina vero e proprio troviamo le vasche in acciaio termocondizionate per lo stoccaggio ed i vari travasi. Ed è qui che mi trovo coinvolto nella degustazione, indimenticabile, di una serie di vini, bianchi e rossi (e persino un passito di zibibbo) davvero notevoli e sorprendenti. Tra questi, anche un’eccellente base spumante da vitigno autoctono a cui stanno ancora lavorando a livello sperimentale. Mentre degusto, passando da un calice all’altro, vengo davvero “colpito” dal livello di eccellenza dei loro vini, ed allo stesso tempo, non posso smettere di pensare quanto sia incredibile ottenere tutto questo in spazi operativi così limitati e senza l’uso di chissà quali tecnologie. I vini non subiscono alcun tipo di filtrazione ma solo una normale stabilizzazione tartarica. I livelli di SO₂ sono ridotti al minimo possibile. Ogni vino viene imbottigliato solo quando viene ritenuto pronto.

Mi rendo conto di trovarmi, a tutti gli effetti, in un vero e proprio “Chateau Garage”, dove ciò che conta davvero è la qualità delle uve in lavorazione e del vino che si vuole ottenere, avendo come unico monito, quello di assecondare il più possibile Madre Natura. Il vino che mi ha incuriosito di più è il bianco della linea denominata “Brasi”, un catarratto in purezza affinato in botti di castagno. Questa linea (che comprende anche un rosso da nero d’Avola in purezza, sempre affinato in botti di castagno) costituisce la punta di diamante della pruduzione aziendale e prende il nome dal termine dialettale con cui veniva chiamato un antenato della famiglia Ferreri, tal “Biagio Li Causi (detto Brasi) viticultore per passione, il cui spirito vive in ogni vino Ferreri”, come si legge nella brochure dell’azienda. Da una produzione media di 90 quintali/ettaro, dai vigneti coltivati in c.da Buturro (Comune di Santa Ninfa, TP) su terreni argillo-calcarei ed allevati a Guyot, si ottiene questo limpidissimo catarratto in purezza dal colore giallo paglierino carico con riflessi verdognoli e di grande consistenza.

Il naso è decisamente intenso e complesso, con descrittori che ricordano l’ananas, la pesca ed altri frutti indistinti che dopo pochi minuti fanno spazio ad un piacevolissimo mazzetto aromatico composto da salvia, timo, basilico, mentuccia ed altro non chiaramente distinguibile.  La bocca è secca e calda, con una evidente morbidezza dovuta all’evoluzione (siamo comunque a circa 18 mesi dalla vendemmia, parte dei quali di élevage in legno) ma comunque ben bilanciata dalla vibrante freschezza che contraddistingue il vitigno, di intensità comunque leggermente minore rispetto al naso ma con una notevole ed inaspettata persistenza finale, che chiude con gradevolissime note agrumate. Travolto inesorabilmente dalle incursioni sensoriali, ho ormai perso la cognizione dello spazio-tempo. Un’occhiata all’orologio mi fa sussultare: sono le 13:45.

E sono a 20 km da casa. Ringrazio Enzo Bianco per la sua squisita ospitalità e schizzo via come un razzo, cercando di scansare il più possibile le buche della “sinuosa” strada interpoderale. Finalmente imbocco l’autostrada e posso rilassarmi. Un SMS di mia moglie mi avvisa che “lunch is ready”. Mentre chiudo il telefono, vengo per un attimo distratto dalla copertina color viola della brochure aziendale, su cui campeggia la scritta “Excellence is our goal”. Sorrido e penso che il “traguardo” è stato, senza alcun dubbio, raggiunto…

Questa scheda è di Carmelo Corona

AZIENDA AGRICOLA FERRERI & BIANCO s.r.l. –  Contrada Salinella, Santa Ninfa (TP). Tel./Fax 0924 61871 –  info@ferrerivini.it – www.ferrerivini.it – Proprietari: Rosario Ferreri, Mario Ferreri, Vincenzo Bianco. Enologo: Vincenzo Bianco – Estensione vigneti: 50 ettari, di proprietà –  Terreno: argillo-sabbioso tendente al calcareo (c.da Salinella), argillo-calcareo (c.da Buturro e Calviano), sabbioso (c.da Besi)  – Vitigni: catarratto, inzolia, nero d’Avola, cabernet sauvignon, zibibbo – Età media dei vigneti: 15 anni –  Primo millesimo imbottigliato: 2003  –  Numero bottiglie prodotte: 70.000.


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