L’Uruguay ha approvato definitivamente una legge con cui legalizza la coltivazione e la vendita della marijuana in un sistema fortemente controllato dallo stato.
La legge, che mette il piccolo Paese sudamericano all’avanguardia nel mondo sul fronte della depenalizzazione della droga leggera, è stata infatti approvata la notte scorsa, con 16 voti favorevoli e 13 contrari, dal Senato dopo che la Camera aveva già passato la proposta di governo presentata dal
governodel presidente Jose Mujica.
Le legge permette ad adulti di comprare fino a 40 grammi al mese in rivendite autorizzate e regolamentate dello stato, oppure coltivare fino a sei piante di marijuana alla volta se si registrano in un database come consumatori. Viene anche permessa la formazione di cosiddetti «mariujana club» ai quali potranno partecipare tra i 15 e i 45 membri e che potranno coltivare fino a 99 piante alle volta.
Rimangono in vigore divieti per minorenni e cittadini stranieri, cosa che rende improbabile che Montevideo si trasformi in una novella Amsterdam dell’America del Sud.
Entrerà in vigore a metà del 2014 la nuova legge che affida al governo «il controllo, la regolamentazione delle attività di import, export, cultivazione, raccolto, produzione, stoccaggio, marketing e distribuzione della cannabis e dei suoi derivati».
In Italia sono trent’anni che si parla di questo tema e anche in questo siamo tra i paesi più arretrati del mondo. Le nostre tasse servono a tranquillizzare le coscienze di politici proibizionisti in pubblico impegnando le forze dell’ordine in operazioni che nulla hanno a che fare con la criminalità.
Comprare un po’ di erba è considerato un reato più grave della distruzione dell’ambiente e questo la dice lunga sulla fase che stiamo vivendo.
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