Caserta, Antica Hostaria Massa

Via Mazzini 55
Tel 0823 456527
Sempre aperto, chiuso domenica sera.
Ferie in agosto
www.ristorantemassa.it

La storia di questo locale inizia nell’800 e accompagna le vicende diCaserta dall’Unità d’Italia all’arrivo degli Alleati nel Dopoguerra. La potete leggere con comodo sul sito. Siamo a due, dico due, passi dalla Reggia, nel’isola pedonale del capoluogo, gli ambienti hanno la suggestione e il fascino dei luoghi ricchi di aneddotica e vissuti intensamente nel quotidiano. Vi si accede attraverso una piccola corte che dovrebbe essere liberata dalle auto: a parte l’ingresso, c’è un’ampia sala segnata da un grande camino e dal forno a legna per le pizze, più altre due delle quali una è occupata da un solo grande tavolo. D’estate si mangia all’aperto in un cortile interno dove è allestito un altro forno. I due giovanissimi patron, Michele della Rocca e Roberto Farina, lo hanno rilevato dal 2000 e, cosa alquanto rara in città, lo tengono ininterrottamente e con passione da allora dopo alcuni radicali lavori di ristrutturazione tra cui quelli alle cantine sotterranee che si collegano direttamente a quelle della Reggia, spettacolari e ricche di episodi da raccontare. Diciamo subito che la pizza di Don Salvatore Di Liberto, siciliano da 35 anni in Campania, vale da sola il viaggio per il suo stile napoletano con una lievitazione soffice non facile ormai da trovare in giro. Suoi anche i pani nel cestino. Ma il locale è anche e soprattutto ristorante, con lo chef Rosario Gala impegnato qui sin dall’apertura dopo una esperienza da Gennaro Esposito e poi a Londra negli anni ’90. La cucina è netta e pulita, ricca di sapori tradizionali, appena alleggerita dalla presentazione e da alcuni divertimenti come il cono di insalata di riso e verdurine e i mezzi calamari ripieni di provola e patate con la crema di fiorilli tra gli antipasti. Tradizionale e classico lo sformato di melanzane, come pure lo spaghettone di Gragnano con i totani, di guizzo invece lo spaghetto con il polpo su letto di lenticchie, di territorio le lasagne di pasta fresca con le melanzane, le polpettine e il provolone del Monaco. Frequentata a pranzo dalle persone impegnate con il lavoro, l’offerta è poliedrica e comprende ad esempio anche le insalate oppure piatti unici. La proposta si completa con alcuni piatti di pesce e di carne (filetto di maiale nero casertano con salsa al basilico e pinoli oppurela tagliata di bufala). Carta dei dolci a parte ricca di ghiottonerie tra cui l’immancabile tortino al cioccolato comunque ben eseguito, la frolla napoletana con salsa all’amarena, il cono di semifreddo al limoncello. C’è, ovviamente, una buona scelta di formaggi e di mozzarella, qualche curiosità come il prosciutto di Pietraroja davvero raro e buono. La carta dei vini è ricca con ricarichi onesti anche se un po’ sbilanciata verso l’ovvietà di etichette toscane a cui non fa da contraltare la stessa ricchezza di vini casertani e campani che ci si aspetterebbe dal locale e dalla cucina. Servizio attento e professionale, spenderete fra i 40 e i 50 euro a seconda della scelta di pesce.


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