Château Angélus, tutta l’eleganza della rive droite bordolese

Pubblicato in: I vini da non perdere
Chateau Angelus

di Adele Elisabetta Granieri

Château l’Angélus, chiamatao dalla vendemmia 1990 Château Angélus, deve il suo nome alla circostanza che la sua posizione consentisse l’ascolto nitido delle campane che annunciavano l’angélus nelle chiese circostanti: il vigneto  è situato infatti in un anfiteatro naturale dominato dalla cappella di Mazerat, la chiesa di Saint Martin e la chiesa di Saint-Emilion.

Château Angélus è l’unico a Saint-Emilion ad aver occupato nella sua storia tutti i livelli qualitativi dell’appellazione. Grand Cru Classé, Grand Cru Classé B nel 1996, e infine Grand Cru Classé A nel 2012.

Le radici di questo iconico Château risalgono all fine del XVIII secolo, quando Jean de Boüard de Laforest, guardia del corpo del re, si stabilì a Saint-Emilion. Oggi al timone della tenuta c’è  Stéphanie de Boüard-Rivoal, ottava generazione dei de Boüard nonché terza donna a presiedere la proprietà, dopo Catherine Sophie de Boüard de Laforest nel 1800 ed Eugénie Chatenet nel 1900.

Le vigne sono in coltivate in biologico dal 2018 e sono piantate con il 50% Merlot, il 47% Cabernet Franc e il 2% Cabernet Sauvignon. Le rese vengono tenute basse, sotto i 40 quintali, per esaltare la qualità del grappolo e le caratteristiche uniche dei varietali.

Il suolo di Angélus è di tre tipi. Circa un terzo è caratterizzato da una matrice calcarea, un altro terzo è a matrice argillosa, mentre la parte restante è sabbiosa-calcarea con esposizione a sud: è su questo terreno che è piantato gran parte del Cabernet Franc, che secondo molti dona grande personalità ai vini di Château Angélus.

L’edificio che ospita la cantina di 4.400 m² è semi-interrato e ha ricevuto la certificazione BREEAM (Building Research Establishment Environmental Assessment Method).

La cantina di vinificazione con i suoi 18 tini tronco-conici rovesci, è dotata di un sistema di riempimento delle tini tramite montacarichi e un elevatore tino, che consente il 100% di deflusso per gravità. Le apparecchiature che generano azoto forniscono una protezione permanente per i vini e controllano i livelli di ossigeno sia durante il processo di vinificazione che di invecchiamento.

Lo stile dello Château è volto ad esprimere le caratteristiche della costa meridionale di Saint-Émilion ed è connotato dall’utilizzo predominante di Cabernet Franc nell’uvaggio. Il risultato sono vini dal carattere unico che si distinguono per ricchezza, eleganza, purezza, freschezza e longevità.

In degustazione al Grand Hotel Parker’s la selezione di Atelier Ghilardi: Carillon d’Angélus 2016 e 2015 e Château Angélus 2016, 2015, 2012 e 2011.

La 2016 è l’annata “raggiante”, con una primavera piovosa, seguita da tre mesi di bel tempo e caldo e qualche pioggia settembrina che ha restituito energia e respiro alla vigna. Le viti giovanissime  hanno sofferto, ma le più vecchie, soprattutto su terreni argillosi e/o calcarei, hanno resistito magnificamente, restituendo vini di grande espressività.

 

Carillon d’Angélus 2016 (75% Merlot, 25% Cabernet Franc): esprime con generosità ed eleganza il frutto, con note di mora e lampone, che si susseguono a richiami di  rosa appassita e corteccia bagnata e una golosa nota burrosa di sottofondo. Il sorso è agile, fresco e salino, con un ritorno di frutto preciso.

 

Château Angélus 2016 (60% Merlot, 40% Cabernet Franc): il profilo aromatico ampio – anche se ancora lontano dall’espremere tutta la ricchezza del vino – è tratteggiato dalle note di frutti di bosco, scorza d’arancia, fiori di glicine, con un deciso sottofondo di eucalipto e mentuccia e sottili sbuffi di chiodi di garofano. Il sorso ha la tensione della giovinezza, ma è già sorprendentemente godibile con il suo succo carnoso e vellutato, avvolgente e materico.

 

L’annata 2015, soprannominata “la magnifica”, è stata caratterizzata condizioni climatiche ideali dalla primavera al raccolto. Ha tutto il fascino dell’annata soleggiata, che restituisce vini molto classici, in armonioso equilibrio con l’eleganza e la potenza.

 

Carillon d’Angélus 2015 (50% Merlot, 40% Cabernet Franc, 10% Cabernet Sauvignon): si apre al naso con profumi di amarena e rosa canina, per poi lasciare spazio a richiami più scuri, di erbe officinali e radice di liquirizia. Il sorso ha un approccio deciso, con un centro bocca pieno e ben strutturato e tannini ben levigati. Un allungo imperioso e godurioso, tratteggiato dal frutto e dalle note balsamiche.

 

Château Angélus 2015 (62% Merlot, 38% Cabernet Franc): un profilo olfattivo di grande complessità, in cui si fondono le note di mora e lavanda, i richiami di eucalipto e terra bagnata, i ricordi di incenso e grafite e, ancora, soffusi tocchi di cacao e tabacco. Il sorso dimostra grande stoffa, nel suo equilibrio tra muscoli e raffinatezza, nei suoi ritorni di frutta matura e succosa, nei suoi tannini vellutati e nella sua grande precisione.

 

L’annata 2012, soprannominata “le premier” ha avuto un inizio difficile con una primavera non ottimale. Salvata da un luglio e agosto che hanno favorito lo sviluppo dell’uva, specialmente per quanto riguarda il Cabernet Franc, l’annata vede un apporto più significativo di questa varietà nell’uvaggio.

 

Château Angélus 2012 (55% Merlot, 45% Cabernet Franc): un vino da profilo più austero, con un bouquet che spazia tra le note di scorza di agrumi, i fiori appassiti, sottili sbuffi di tè nero e liquirizia e un sottofondo che accenna la pietra focaia. Il sorso è dettagliato, agile e cangiante, con un deciso allungo salino.

 

La 2011 è definita l’annata “cesellata”, figlia di condizioni meteorologiche piuttosto insolite e variabili, che hanno costretto il team della tenuta ad adattarsi continuamente per pianificare le lavorazioni in vigna. Ha regalato vini eleganti e dettagliati.

 

Château Angélus 2011 (60% Merlot, 40% Cabernet Franc): un vino di grande fascino, in cui le note di mirtilli disidratati e fiori appassiti si fondono a richiami di corteccia e terra bagnata, sbuffi di incenso e canfora e soffusi accenni di noce moscata e cacao. Il sorso è pieno, verticale, intenso, di grande precisione, rinfrescato da delicati ritorni balsamici. Stupisce per l’equilibrio, la grazia della materia, la setosità dei tannini, la freschezza che pizzica il palato e regala bevibilità.

 


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