
di Tonia Credendino
Nella sede dell’Unione Industriali, un dibattito di sistema tra imprese e retail sui nuovi linguaggi del consumo e sulla centralità della filiera alimentare nel panorama produttivo italiano.
Si è svolta a Napoli, presso Palazzo Partanna, la quarta edizione dell’Incoming promosso dalla Sezione Filiera Alimentare di Confindustria Napoli, presieduta da Gaetano Torrente, Responsabile Commerciale di La Torrente S.r.l. e Presidente della Sezione Filiera Alimentare dell’Unione Industriali Napoli.
L’iniziativa, nata per favorire il dialogo tra industria, distribuzione e sistema finanziario, ha riunito rappresentanti del comparto agroalimentare e della grande distribuzione organizzata per analizzare trend, criticità e prospettive di crescita.
I lavori sono stati aperti dai saluti istituzionali del Cavaliere del Lavoro Costanzo Jannotti Pecci, Presidente dell’Unione Industriali Napoli, che ha evidenziato l’importanza del confronto tra i diversi attori della filiera come leva di sviluppo per l’intero territorio.
È seguito l’intervento del Presidente Gaetano Torrente, che ha posto al centro la necessità di una visione condivisa tra piccole e grandi realtà produttive: “Non c’è antagonismo tra PMI (piccole e medie imprese) e grandi aziende: sono due realtà che si completano. Le PMI rappresentano oggi un presidio di qualità, e la qualità resta la prima esigenza del consumatore.”
Nel suo discorso, Torrente ha sottolineato la centralità del comparto agroalimentare campano, definendolo “una delle architravi economiche della regione e del Paese”.
Secondo il Rapporto Ismea-Qualivita 2024, la Dop Economy in Campania vale circa 921 milioni di euro, con 59 filiere certificate e oltre 10.000 operatori attivi. Un patrimonio che incide per oltre il 4% sul totale nazionale e che continua a crescere in valore e riconoscibilità.
Tra i prodotti simbolo, il Presidente ha citato la Mozzarella di Bufala Campana DOP, che da sola genera circa 850 milioni di euro di valore al consumo, con oltre 55 milioni di chilogrammi certificati nel 2024, e la Pasta di Gragnano IGP, che ha raggiunto un fatturato di oltre 400 milioni di euro, più della metà destinati all’export.
“Sono numeri che raccontano più di un successo commerciale — ha osservato — rappresentano la forza di una filiera che unisce agricoltura, trasformazione, artigianato e distribuzione. Ma restano ancora troppo concentrati in poche eccellenze: serve diffondere questa consapevolezza a tutta la regione, perché la Campania ha potenzialità enormi anche nei comparti minori.”
Torrente ha inoltre richiamato la necessità di un’azione comune tra industria e GDO per aumentare la presenza delle produzioni certificate sul mercato interno, sottolineando come le DOP e le IGP siano “una garanzia di competitività, oltre che di identità territoriale”.
È poi intervenuta Barbara Martini, Direttore Territoriale Sud di BNL BNP Paribas, che ha offerto una visione economico-finanziaria del settore, sottolineando il ruolo del credito come motore di innovazione e sostenibilità. Martini ha invitato le imprese a considerare le banche partner di sviluppo, richiamando l’importanza di un dialogo continuo tra finanza e produzione per sostenere la crescita delle filiere locali.
La parola è successivamente passata a Cristina Lazzati, Direttrice dei magazine Mark Up, Gdoweek e Fresh Point Magazine del gruppo Tecniche Nuove, che ha delineato un quadro complessivo delle dinamiche di mercato, ricordando come il retail rappresenti oggi un vero laboratorio sociale.
“Il punto vendita non è più solo un luogo di acquisto, ma uno spazio dove si misurano le trasformazioni della società,” ha spiegato.
Lazzati ha richiamato i valori che guidano l’informazione di settore, innovazione, sostenibilità e relazione, aprendo il confronto con una riflessione sulle attuali dinamiche dei consumi e invitando Grazia De Gennaro, Direttore Marketing e Comunicazione di Maiora – Despar Centro-Sud, a offrire la propria analisi operativa.
Nel suo intervento, Grazia De Gennaro ha introdotto il concetto del carrello contromano, definendo la fase attuale “una rivoluzione strutturale che ridefinisce le priorità del consumatore”.
“Non viviamo una crisi dei consumi, ma un cambiamento profondo,” ha dichiarato. “La demografia ci mostra come le famiglie si stiano riducendo e i comportamenti d’acquisto diventino più selettivi, orientati alla qualità, al benessere e alla sostenibilità.”
A completare la discussione, gli interventi di Massimo Baggi (Selex), Grégoire Kaufman (Crai Secom), Massimo Ebetti (Agorà Network), Massimo De Rivo (MD), Francesco Avanzini (Conad), Christophe Rabatel (Carrefour Italia) e Giorgio Santambrogio (Gruppo VéGé), che hanno illustrato le strategie delle principali catene italiane per rispondere ai nuovi comportamenti d’acquisto e alle sfide del mercato.
Dall’incontro è emerso un messaggio condiviso: la qualità non è più un valore accessorio, ma una strategia industriale. L’agroalimentare campano, con la sua rete di produzioni certificate, rappresenta un modello di eccellenza capace di generare valore economico, coesione territoriale e riconoscibilità internazionale.
E se l’Incoming nasce per favorire il dialogo tra industria e distribuzione, questa edizione ha confermato che il futuro del Made in Italy passa dalla capacità di fare sistema.
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