Effetto guida vini Slow Food: Cernilli e Sangiorgi si ritrovano

Pubblicato in: Curiosità, Polemiche e punti di vista

Un effetto inspiegabile e gradito la nuova guida di Slow Food l’ha sicuramente già determinato: uno dei grandi odi che ha attraversato il mondo del vino negli ultimi anni, finito persino in tribunale, si è estinto. Con due editoriali separati, uno da destra e uno da sinistra scegliete voi, Cernilli e Sangiorgi hanno deciso di sparare ad altezza uomo in occasione della presentazione di Slow Wine.

Cernilli con la sua prosa cinico-papalina sfotticchia Carlo Petrini disvelando il nervosismo inutile che vive il leader del gruppo vino del Gambero Rosso, che evidentemente aveva scommesso sul fatto che Slow Food dopo il divorzio si sarebbe ritirata in buon ordine da questo settore. Questo è l’editoriale del Gambero Rosso di aprile.
Il nostro Parker del Tufello come lo ha amabilmente definito l’amico Franco Ziliani si risente per questa iniziativa e non trova nulla di meglio da fare che piantare i paletti di un circuito che, a quanto sembra di capire dalle mosse fatte quest’anno, stanno un po’ stretti allo stesso editore Gambero Rosso, giustamente in cerca di un pubblico più ampio di quello formato dai soliti adepti.

Anche Sangiorgi perde un po’ le staffe, già irritato da un paio d’anni per il cambio di rotta di Slow Food, ma stavolta per motivi opposti e poco comprensibili: filosoficamente parlando, si lamenta del fatto che ormai Slow Food è sulle proprie posizioni e, coltivando la sua inestinguibile sete di minoritarismo nutrita dall’esistenza di un nemico, vero o inventato poco importa, chiede la confessione delle publiche colpe del passato, una sorta di ezhovnscina del sangiovese o una parata di revisionisti sbeffeggiati dalle guardie rosse a piazza Tien An Men. Questo l’editoriale di Porthos (vi occuperà tutta la pausa pranzo, preparatevi)

Ora la cosa carina è che, ne sono convinto, la guida Slow Wine è talmente nuova da porsi il problema di conquistare nuove fette di lettori, tra cui anche quelli che hanno abbandonato le guide perché disillusi dai criteri di premiazione o esclusi da linguaggi plotiniani.

Queste reazioni davvero scomposte sono il navigatore della strada giusta da seguire, lavorando da professionisti e non da bambini a cui è stato spento il televisore. A insultare si è bravi tutti, non che a me, per esempio, manchino gli argomenti. Ma non è questo il terreno su cui ci  si dovrà confrontare.

Come mai una nuova guida possa dare tanto fastidio, al punto tale di personalizzare il confronto oltre la umana comprensione degli addetti ai lavori è mistero insoluto del rissoso mondo del vino italiano.
Possiamo fare decidere una volta tanto ai lettori?

La straordinaria squadra di degustatori del Gambero non ha davvero nulla da temere da una sana competizione editoriale, come continueremo a leggere con estremo piacere la rivista Porthos.
Purtroppo a volte la tempesta annunciata, immaginata, temuta, fa perdere la testa proprio ai timonieri perché mette alla prova la loro capacità di attraversarla portando in salvo la nave.
Tanto se poi affonda la colpa è sempre nel nemico cattivo e scorretto.


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