Entra in vigore domenica l’obbligo di indicare in etichetta l’indicazione di provenienza su salami, mortadella, prosciutti e culatello per sostenere il vero Made in Italy e smascherare l’inganno della carne straniera spacciata per italiana. Scade nel weekend il termine di 60 giorni dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del Decreto interministeriale che riguarda il nuovo sistema di etichettatura per le carni suine trasformate.
La dicitura “100% italiano” sarà utilizzabile, dunque, solo quando la carne è proveniente da suini nati, allevati, macellati e trasformati in Italia.
Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati in uno o più Stati dell’Unione europea o extra europea, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: UE”, “Origine: extra UE”, “Origine: Ue e extra UE”. Il provvedimento, che consente lo smaltimento delle scorte fino ad esaurimento, è importante per garantire trasparenza nelle scelte dei 35 milioni di italiani che almeno ogni settimana portano in tavola salumi, ma anche per sostenere i 5 mila allevamenti di maiali messi in ginocchio dalla pandemia e dalla concorrenza sleale.
A preoccupare è infatti l’invasione di cosce dall’estero pari a circa 56 milioni di pezzi che ogni anno si riversano dalle frontiere per ottenere prosciutti da spacciare come Made in Italy. Una norma che farà bene alla norcineria italiana, un settore di punta dell’agroalimentare nazionale che contribuisce al prestigio del made in Italy nel mondo che vale 20 miliardi di euro.
l decreto sui salumi, spiega la Coldiretti, prevede che i produttori indichino in maniera leggibile sulle etichette le informazioni relative a
“Paese di nascita: (nome del paese di nascita degli animali)”;
“Paese di allevamento: (nome del paese di allevamento degli animali)”;
“Paese di macellazione: (nome del paese in cui sono stati macellati gli animali)”.
Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati nello stesso paese, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: (nome del paese)”
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