Forio d’Ischia, ristorante Il Saturnino da Filippo

Filippo Dakin, conosciuto da tutti a Forio come Filippo l’americano, aprì questo ristorante sul lungomare a metà degli anni Quaranta. Sposò Francesca Sacchetti, originaria dell’isola verde e il Saturnino si trasformò ben presto in un locale di ritrovo di artisti e scrittori. Seguirono gli anni in cui si poteva avere la fortuna di condividere un tavolo con Luchino Visconti, che appena gli riusciva raggiungeva le sue adorate ortensie alla Colombaia, la villa oggi sede di una Fondazione per le arti e lo spettacolo. O ascoltare gli accordi jazz di Ugo Calise e Romano Mussolini che proprio qui si incontrarono la prima volta.

Il Saturnino serviva semplici piatti marinari, ma in un ambiente di bell’atmosfera, che il Touring Club Italiano segnalava già nella sua guida del 1960.
Dopo la morte di Filippo, la signora Francesca lo ha dato in gestione e dal 1997 lo chef foriano (guai a dire che è di Ischia) Ciro Mattera e sua moglie Stefania, che lo aiuta in sala,  lo hanno ristrutturato con passione e rispetto.

Un ambiente fresco, pulito e senza fronzoli che nella bella stagione – quindi quasi tutto l’anno – gode del colore del mare (e anche del rifrangersi delle onde, quando c’è l’isola pedonale), con i tavoli esterni che si affacciano sulle barche del porto.
Mano leggera ma decisa in cucina, dove i prodotti dell’isola e le ricette della tradizione vengono tenuti insieme da una buona tecnica e piacevoli spunti innovativi.

Attenzione alle materie prime di qualità, a partire dall’olio extravergine di oliva, al pescato del giorno e ai prodotti dell’interno. Si comincia con un bello sprint di freschezza e acidità, con il crudo di palamita e un assaggio di tagliolini al limone. Buono il polpo grigliato, di sapore e sostanza (sembra carne!) servito con un piccolo filetto di ricciola su salsa di pomodoro crudo;

così come l’interpretazione del classico costiero “totani e patate” qui reso stuzzicante e più leggero da piccoli totanetti imbottiti su una sfoglia di patata. Anche i primi sono saporiti, con una forma di fusillo che viene chiamata “capriccio” e che ben trattiene il condimento di pesce e verdure, con la pancetta di ricciola e tenerissimi fagiolini veraci e il gusto più deciso dei cappelli, una sorta di raviolo farcito con il polpo tritato.

Tra i secondi, un filetto di ricciola impanato con coriandolo, anice e pepe nero e servito con un ciuffetto di friarielli piccanti il giusto.Tutti sapori riconoscibili ad un palato abituato al mare della costiera e dell’isola, e con un pizzico di cura e alleggerimento che non guasta.

Si chiude con una piccola caprese, rinforzata da una salsa di cacao amaro o un tortino di pere, ricotta e cioccolato che ricorda i dolci dell’infanzia, accompagnato da un fresco sorbetto di fine stagione al cantalupo e percoca.

Squisita cortesia nell’accoglienza e nel servizio e una carta dei vini attenta – come tutto il resto – al territorio
Insomma, siete nel posto giusto per rinfrancarvi, prima di rimettervi in viaggio verso Napoli in compagnia di turisti mordi e fuggi in sandali e bermuda che il maestro Visconti mai avrebbe ingaggiato neppure come comparse occasionali in un provino.

Via Marina di Forio
Tel. 081. 081998296
Aperto a pranzo e a cena
Chiuso il martedi
Conto medio sui 50 euro


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