I cinque vini dell’anno 2011 a cui voglio più bene

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Che ti prende vecchio Pigna? Due vini dolci su cinque? Già, quest’anno le vere emozioni nel bicchiere sono state poche, vini buoni tantissimi.

Vi lascio ai festeggiamenti con cinque flash in attesa delle novità che, sin dalle prossime ore, ci aspettano numerose. Ma avremo modo di parlarne, adesso sto sorseggiando un Aglianico del Taburno del 1997.
Buon anno.


Moscato di Saracena 2005 Feudo di Sanseverino

Sicuramente il più buono ed emozionante. Incontrato in degustazione e premiato, ma soprattutto durante una zingarata a Saracena.

Roinos Aglianico 2008 Passito di Eubea

Questo vino mi fa capire l’anima dell’Aglianico, è dolce e gentile come i modi del professore Sasso.

Coda di Volpe 2010 Irpinia doc Vadiaperti

Un grandissimo vitigno nell’azienda storica che lo ha sempre imbottigliato. Bianco di altri tempi, irresistibile tra le nebbie e il freddo della Valle del Sabato. Quello che avrebbero dovuto fare alcuni taurasini e non hanno fatto pr monetizzare con Fiano, Greco e Falanghina.

Fiorduva 2002 Costa d’Amalfi Furore Bianco doc

Un’agricoltura di lotta per lo spazio, verticale. E un grande enologo capace di guardare dai dieci anni in poi.


Campoceraso 2004 Taurasi docg Struzziero

Mi piacciono tanto una decina di Taurasi, ma questo rispecchia esattamente la mia idea di Aglianico invecchiato.


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