La Baita a Cuccaro Vetere, cucina pop tra i boschi del Cilento

La Baita a Cuccaro Vetere

LA BAITA A CUCCARO VETERE
Ristorante e pizzeria
Contrada Cacciavolpe – 84050
Tel. 377 091 9332
Sempre aperto

 

di Virginia Di Falco

Cilento interno, quello delle strade tra i boschi, dove ci si rifugia al fresco dei castagni.
Siamo un po’ fuori dal centro di Cuccaro Vetere, paesino di 500 anime, praticamente l’equivalente di un condominio di Napoli.

Dopo aver percorso qualche chilometro che rigenera mente e polmoni, si arriva finalmente alla Baita, una costruzione tutta di legno che non ti aspetti, in una regione dove le vecchie case sono di pietra e tufo.
Aniello Chirico, più di 50 anni fa, pensa di costruire un rifugio per cacciatori (siamo a circa 800 metri di altezza dal mare), con un ristorantino alla buona e qualche camera al piano di sopra. Interni in legno scuro, tavolacci, camino, suppellettili di modernariato, attrezzi di campagna ricostruiscono storia e memoria di un locale che è sopravvissuto a tutte le mode. Anzi, che delle mode si fa beffa.

La sala interna la raccomandiamo dunque per le giornate invernali (miracolo! qui sono aperti tutto l’anno) mentre in estate si sta all’aperto, con tavoli panoramici, area attrezzata e i profumi della macchia mediterranea che salgono dal bosco sottostante.

Intendiamoci. Siamo in un posto pop che più pop non si può: tovaglie di carta, bicchieri pure (se non si prende il vino della casa), foglia di insalata a decorare i piatti, quali che siano, come unico vezzo.

Servizio familiare, ma quello genuino, che ti chiede con sincerità come sta andando, che asseconda i desideri dei bambini, che si preoccupa se il tempo minaccia pioggia e ti fa riaccomodare in sala, alla buona. Proprio come si fa a casa.

Il menu raccomanda carne locale e funghi oltre, ovviamente alla pasta fresca fatta in proprio. Cavatelli in testa (buonissimi). C’è anche un forno a legna per le pizze.
Oggi le redini in cucina sono di Maria Teresa, nata e cresciuta qui, con la missione di portare avanti la creatura del suo papà.

L’antipasto è il classico cilentano, con salumi e formaggi di capra.
Tra i primi, cavatelli al pomodoro fresco e basilico (che consigliamo), tenaci al morso e profumati d’estate; oppure nella versione più robusta, con funghi e pomodori secchi. La carne viene cotta alla griglia, i sapori sono genuini, il grasso è quello che sa di buono. Patate fritte tagliate a mano, con la buccia, imperdibili. Non si finirebbe mai di mangiarne.

Si chiude con qualche dolce della tradizione oppure con un gradevole sorbetto al limone. Caffè o liquori artigianali sono omaggio della casa.

Insomma, un tuffo nella natura, nella realtà vera, fuori da quella virtuale. E bonus per i prezzi: si mangia con circa 25 euro.

 


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