Marsovin Winery
Wills Street, Malta
Telefono: +356 2182 4918

di Antonella Amodio
Confesso che da oltre un trentennio che degusto vini non mi era mai capitato di berne uno prodotto sull’Isola di Malta. La ragione è molto semplice: le poche cantine, circa 4 presenti sull’isola, non riescono a soddisfare la richiesta locale, figuriamoci se c’è qualche bottiglia da destinare fuori dal territorio maltese. I numeri della produzione vinicola complessiva sono piccoli, in quanto Malta conta poco meno di 400 ettari vitati e la cantina più grande è la Marsovin con il solo mercato interno. Assoenologi Campania, con il presidente Roberto Di Meo, è riuscito ad organizzare una wine tasting nel nuovo e bellissimo ambiente della Braceria Bifulco, ad Ottaviano. Con la presenza di Manuele Casillo enologo della Marsovin, sono state raccontate ben 7 etichette della cantina che dal 1919 a Malta produce vini nei 33 ettari di proprietà, che vanno a sommarsi ai 200 circa gestiti dagli storici conferitori. L’azienda, oggi condotta dal giovane Jeremy Cassar, comprende 4 tenute sull’isola di Malta dislocate nelle aree a maggiore vocazione vinicola, con vigneti che sfiorano il mare, e un’altra nell’attigua Gozo (la seconda isola dell’arcipelago maltese), dove si coltivano uve in spettacolari terrazzamenti prevalentemente con varietà internazionale e biotipo locale, come la girgentina a bacca bianca e la gellewza a bacca rossa.
La Marovin produce un’ampia gamma di vini che hanno fatto storia e che tutt’ora riscuotono interesse e successo, ottenuti con rese basse e combattendo con il vento forte e con il clima particolarmente caldo, specie nelle ultime vendemmie.
Vini nitidi, dove il cabernet franc, il cabernet sauvignon, il merlot, il moscato e lo chardonnay, concorrono ad ottenere vini moderni dallo stile “francese”. La cantina Marsovin ha anche il primato di produrre l’unico metodo classico dell’isola, come il Cassar de Malte, ottenuto con uve chardonnay vendemmiate il 15 luglio, che sosta 15 mesi sui lieviti. Uno spumante dal fine perlage che all’olfatto rimane marcatamente agrumato ed esotico, mentre al gusto è cremoso. Lo chardonnay è proposto in più versioni, come nell’etichetta Antonin Blanc, un vino di carattere le cui uve arrivano da Gozo e la nota marina segna in modo particolare il sorso. Poi la linea 1919, costituita da un blend di uve moscato e girgentina assemblate allo chardonnay. Un bianco di struttura e di grande identità, dove le note di miele e di macchia mediterranea sono particolarmente evidenti. Infine due rossi: il 1919, ottenuto da uve gellewza e merlot, e il Cheval Franc, a base di cabernet franc, che sorprendono ambedue per bevibilità e nel contempo per complessità gusto/olfattiva. La chiusura è ad opera di un fresco e verticale vino dolce: il Guze Moscato Passito ( blend di zibibbo e moscato), le cui uve appassiscono sui tetti della cantina. Impressionante ed inaspettata l’acidità e l’intensità aromatica.
I vini sono stati abbinati con i finger food della Braceria Bifulco, dove non sono mancate le ottime tartare, la carne alla brace, il formaggio carmasciando e la mitica genovese.
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