La pizza napoletana nel mondo: scintille tra Associazione Verace e Rossopomodoro

Pubblicato in: Polemiche e punti di vista

Ieri abbiamo pubblicato il pezzo sulle sei scuole della pizza napoletana. Su Facebook si è sviluppato un dibattito denso che vogliamo rilanciare in questa sede. Per fortuna un dibattito ben diverso da quello scatenato dal pezzo sulla pizza napoletana e il 2.0. in cui è intervenuto non chi era chiamato in causa ma chi non si sentiva chiamato in causa mettendo sul piatto frustrazioni personali. C’è poco da fare, questo cibo è nella pelle dei napoletani e appassiona. Riportiamo quest due interventi perché sono il nodo del dibattito in corso a Napoli tra i professionisti del settore.

Massimo Di Porzio

Caro Luciano, vi siete scordati ‘a pizza e bancarella’ che molte pizzerie del centro storico preparano e vendono ‘a portafoglio’. Se volete la mia impressione, vi dico che dire che ‘Rossopomodoro’ ha portato la pizza napoletana nel mondo è una sciocchezza. Rossopomodoro ha portato il franchising della pizza napoletana nel mondo, quindi vende un marchio e non la tradizione della pizza napoletana. La diffusione della pizza napoletana nel mondo è avvenuta per i tanti napoletani che hanno deciso di emigrare all’estero e portare questo fantastico prodotto con loro, affiancati dall’associazione verace pizza napoletana che ha contribuito con le sue regole, i suoi maestri e rappresentanti ad aiutarli ad essere visibili e rappresentati. Nessuna polemica, solo verità storica. La storia non si inventa, si scrive però!! E permettimi di dire che attraverso oltre trent’anni di attività, questa associazione ha scritto tanto per la pizza napoletana. Cordiali Saluti

Massimo Di Porzio
Vicepresidente Associazione Verace Pizza Napoletana
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LA REPLICA
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Caro Massimo,

La frase che più mi ha colpito dell’articolo di Luciano Pignataro è stato “portare Napoli fuori Napoli”. Penso che in questo passaggio il noto giornalista volesse sottolineare che c’era stato del merito a portare fuori Napoli, attraverso la pizza, quel lato positivo della nostra cultura gastronomica ma anche, e forse soprattutto, la cultura dell’artigianalità, della qualità e anche la cultura del lavoro, della tradizione…insomma di come fosse stato un bel modello quello che Rossopomodoro aveva mostrato al mondo…dicendo Napoli è la pizza ma anche la capacità organizzativa, il coraggio imprenditoriale, la fedeltà alla tradizione della manualità produttiva, la valorizzazione dei pizzaioli quali artigiani ma anche il valore dei prodotti della nostra terra (quando il mondo li attaccava.).Non debbo ricordare a nessuno che portiamo nel mondo, e quindi “esportiamo” come Rossopomodoro, milioni di euro all’anno di mozzarella, farina, olio, pomodoro, vino…e di altre decine di prodotti della nostra bella regione…
Mi piace inoltre ricordare che quello che definisci “il franchising della pizza” sottintendo una accezione negativa alla parola franchising….è una società fatta di persone e non una entità astratta contro la quale scagliarsi senza paura di offendere nessuno…ricordo che con Rossopomodoro ci lavorano migliaia di napoletani che si offendono se qualcuno li definisce senza tradizione perché in questo modo dimentica i loro padri, zii, nonni che spesso come loro hanno speso decine di ore al giorno davanti a un’impastatrice o davanti a un forno.
I nomi sono quelli che leggi negli articoli, sui libri, ai vertici delle competizioni gastronomiche, in televisione…: Sorrentino, De Angelis, Magno, Capuano, Civitiello, Pangia…
Basta polemiche, basta gli uni contro gli altri, l’esperienza delle associazioni trentennali avrebbe dovuto insegnare che non c’è valore nella critica fine a se stessa, ma c’è valore nell’Unione..nella cooperazione, nel corporativismo…solo attraverso questo modello porteremo la pizza come la facciamo ora a Napoli a essere “il modello”…la “vera pizza” da proporre al mondo…
All’Expo Rossopomodoro ha venduto 180.000 pizze fatte al forno a legna da 7 pizzaioli che ogni giorno proponevano il loro impasto artigianale con almeno 24 ore di lievitazione….e dire che è stato un successo di pubblico vorrebbe dire essere…modesti.
Uniamoci, con la forza di penetrazione del nostro marchio e quello delle associazioni del mondo della pizza accettiamo insieme la sfida di portare “la pizza” al prossimo Expo di Dubai 2020…quale prodotto della gastronomia italiana…solo in questo modo avremo fatto del bene alla pizza napoletana e soprattutto avremo centrato il tema di questo futuro Expo: UNIRE LE MENTI.

Un abbraccio

Franco Manna
Presidente ROSSOPOMODORO


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