Zuppa di stocco, patate e pupacchie e stocco all’insalata

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La storia della gastronomia delle zone interne della Campania annovera tra i prodotti ittici da consumo, alternativi alla carne, quasi esclusivamente pesce conservato. I principali prodotti di questa tipologia sono il baccalà innanzitutto, poi lo stoccafisso, le aringhe affumicate e non, le acciughe e le sardine salate . Lo stoccafisso, parola che etimologicamente dovrebbe provenire dalla scritta ” stock-fish”, impressa sulle casse di pesce che partivano dalla Norvegia, e che poi nel sud-Italia è diventata “stocco”, è il pesce comunemente detto merluzzo, pescato nei mari del nord, decapitato, eviscerato, lavato e messo ad essiccare al vento gelido norvegese.

Contrariamente al baccalà, per farlo “rinvenire”, non è sufficiente immergerlo in acqua per alcuni giorni, ma necessita di un trattamento preliminare a base di idrossido di sodio e poi di alcuni giorni di stazionamento in acqua. Tale operazione, non semplice sia per il dosaggio della soluzione che per i tempi di stazionamento nella soluzione stessa, viene svolta quasi sempre dai pescivendoli che dopo aver terminato il processo, sezionano e selezionano il pesce che viene venduto in due “tagli”: i filetti ed i “morzilli”(piccoli morsi). Naturalmente i filetti sono la parte più “nobile” del pesce, mentre i morzilli sono i ritagli, la coda, le parti situate vicino alle branchie e quelle che contengono anche ” ossicini”.

La differenza di prezzo tra le due tipologie di pezzi, i filetti costavano e costano più del doppio dei murzilli, è stata determinante per la scelta originaria della ricetta, soprattutto perché essendo una ricetta contadina, il ceto meno abbiente propendeva sempre per il risparmio.


Ingredienti per 4 persone :

600/800 gr di murzilli di stoccafisso

1 cipolla Ramata di Montoro

6 patate grandi Majestic(varietà che tiene bene la cottura)

500 gr di passata di pomodoro, preferibilmente S. Marzano

1 costa di sedano

4 pupacchie (peperoni tondi sott’aceto)

mezzo bicchiere di olio extravergine di oliva, vairetà Ravece

1 bicchiere di Fiano di Avellino

1 peperoncino piccante


Preparazione:
Mettere a soffriggere la cipolla nell’olio, aggiungere qualche murzillo, qualche pupacchia spezzettata, far andare a fuoco vivace e sfumare con il vino.

Aggiungere le patate sbucciate e tagliate a tocchi da tre o quattro cm di lato, e la passata di pomodoro e far cuocere per circa mezz’ora. Quando le patate sono quasi cotte, aggiungere i murzilli restanti e le pupacchie.

Altri 10 minuti di cottura ed è pronto.

In abbinamento la spiccata mineralità dell’ottimo Fiano di Avellino Sarno 1860 Vintage 2009, della neo presidente dei “Diversi Vignaioli”.
Lello Tornatore – Tenuta Montelaura


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