Le fettuccine di Alfredo alla Scrofa, Caritas per un giorno

Pubblicato in: Appuntamenti, persone
Fettuccine Alfredo

Il celebre piatto che entusiasmò i grandi di Hollywood e i vip di mezzo mondo per un giorno verrà offerto agli homeless della Caritas di Colle Oppio. La ricetta nata per sostenere la moglie del ristoratore dopo le fatiche del parto.

Le celebri fettuccine di Alfredo alla Scrofa, piatto iconico del ristorante romano reso famoso nel mondo da Mary Pickford e Douglas Fairbanks, celebri attori del cinema muto che le assaggiarono durante il loro viaggio di nozze a Roma negli anni ’20 e ne diffusero la conoscenza in tutta Hollywood, arrivano per un giorno alla mensa Caritas di Colle Oppio a Roma.

Mario Mozzetti e Veronica Salvatore, eredi del ristorante ceduto da Alfredo ai loro bisnonni, hanno deciso di rivolgere per un giorno la loro attenzione al popolo dei più bisognosi, “coloro che spesso non posso permettersi un pasto quotidiano e rigenerante. Alfredo di Lelio – ricordano – realizzò le fettuccine per la moglie indebolita dalle fatiche post partum, un piatto energetico e dal sapore inconfondibile che ancora oggi noi realizziamo con la stessa cura. E così il 7 febbraio, in occasione della quinta edizione del National Fettuccine Alfredo Day abbiamo deciso, per il pranzo, di portare le fettuccine fuori dal nostro locale per farle assaggiare a chi ha più bisogno. La Caritas di Roma ci è apparsa subito l’interlocutore migliore e subito ha accolto la nostra idea”.

Dalle 11.00 alle 15.30 presso la mensa Giovanni Paolo II a Colle Oppio verranno distribuiti 400 piatti di fettuccine Alfredo agli homeless che quotidianamente si recano alla Caritas per un pasto quotidiano. Lo staff e tanti amici del ristorante si recheranno in via delle Sette Sale, per cucinare e servire il pranzo. “Un gesto d’amore – sottolineano – che si ripete oggi come allora”.

Se primi ad accendere i riflettori sulle fettuccine di Alfredo furono Mary Pickford e Douglas Fairbanks – rimasero così entusiasti del piatto che una volta tornati negli Stati Uniti fecero realizzare, in segno di affetto, un cucchiaio e una forchetta in oro con incisi i loro nomi, che inviarono ad Alfredo, posate che ancora oggi vengono usate per la mantecatura – da allora ad oggi il ristorante di Alfredo alla Scrofa è stato meta incessante di pellegrinaggi culinari di vip del mondo dello spettacolo, e della politica, della cultura. Di qui sono passati il premier spagnolo Jose Maria Aznar, Audrey Hepbourne e Gregory Peck indimenticabili protagonisti di “Vacanze e Romane”. Tyrone Power, Brigitte Bardot, Gary Cooper, Ava Gardner, il presidente israeliano Rivlin, Frank Sinatra, Ingrid Bergman, Jimi Hendryx, Ringo Star, Marlon Brando, Joan Crawford.

“Quando qualcuno, nel ristorante di via della Scrofa, ordina un piatto di fettuccine Alfredo – spiega Mozzetti – lo chef ha bisogno solo di fettuccine all’uovo preparate in casa, parmigiano reggiano freschissimo e morbido burro di prima qualità. Burro e parmigiano vengono adagiati nell’originale piatto Alfredo, dove vengono poste le fettuccine precedentemente scottate in acqua bollente per pochi istanti.

A quel punto, entra in scena il mantecatore, che con movimenti lenti e continui, precisi come si conviene a un rito che si celebra a ogni pranzo o cena, mescola la pasta per mantecarla alla perfezione, con il parmigiano che, sciogliendosi, crea sulla superficie delle fettuccine un rivestimento ricco e liscio. Il tutto avviene con l’aiuto delle due famose posate d’oro che celebrano la bontà delle fettuccine Alfredo, regalo al ristorante da parte dei divi di Hollywood Douglas Fairbanks e Mary Pickford, innamorati di questo fantastico primo piatto conosciuto durante il loro viaggio di nozze a Roma, nel lontano 1927.

La Caritas di Roma è un organismo pastorale della diocesi che si occupa di promuovere la carità nella comunità cristiana e in tutta la città. Essa opera in 52 centri ed è presente in 158 parrocchie. Un’attività che, solo lo scorso anno, ha visto impegnati più di 4mila volontari per accogliere nelle mense oltre 11mila persone; ospitare 2mila senza dimora, famiglie, vittime di tratta e violenza; curare 4mila malati indigenti, incontrare e sostenere 15 mila detenuti. Grande l’impegno delle parrocchie per dare “ascolto” a 21mila famiglie. Oltre 385mila pasti distribuiti, 210mila pernottamenti, 13mila prestazioni sanitarie, 52mila visite domiciliari a malati e anziani. Un’opera pedagogica che ha coinvolto anche 7 mila studenti delle scuole superiori.


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