
Sono tanti i vini bianchi italiani pieni di premesse, ma la finale sui tempi si gioca sempre fra il Fiano di Avellino e il Verdicchio. Durante un pranzo da Morenomi ricapita uno dei miei produttori marchigiani preferiti, lato Jesi, è Stefano Antonucci di cui amo la versatilità delle interpretazioni e una efficace mano sui tempi lunghi. Ecco dunque la 2011, annata calda lo ricorderete, di un bianco nato da viti piantata su terreno sabbioso non lontano dal maree realizzato per la prima volta nel lontano 1992. La lavorazione in solo acciaio ne esalta ancor di più, se possibile, le potenzialità di un frutto pieno, appagante, freschissimo, capace di competere senza tema con i più grandi bianchi del mondo. Antonucci è uno dei pochi produttori che con il Verdicchio ama giocare sulla conservazione degli anni, e la beva, fra cari amici, in questo caso completa i piatti di Moreno e vorresti che questa bellezza di questa combinazione non finisse mai.
STEFANO ANTONUCCI
BARBARA (An)
Borgo Mazzini, 35
Tel. 071 9674681
www.santabarbara.it
Dai un'occhiata anche a:
- Il congresso biennale della “Sicilia di Ulisse” tra cibo, vino e ospitalità
- Spumante Metodo Classico Brut Nature F.lli Federico “Verginiello” Federico – De Gregorio, Capri
- Radici Fiano di Avellino 2023 docg, Mastroberardino
- La Freisa, il rosso d’estate
- Quartara Fiano Colli di Salerno Ig 2016 Lunarossa Vini e Passione
- Vini Casa Setaro – Nuove annate
- Alepa, una visione agricola radicata nel cuore di Caiazzo
- I ritratti di Lavis. I vini del Trentino da Motelombroso a Milano