Luigi Moio sul Respiro del Vino e Luciano Pignataro sulla Cucina Napoletana a Vallo della Lucania

Pubblicato in: Eventi da raccontare, I libri da mangiare
da sx Luigi Moio, Enrico Malgi, Luciano Pignataro e Jenny De Cesare

di Enrico Malgi

Il tiki-taka verbale tra Luigi Moio e Luciano Pignataro, espresso attraverso l’alternata e precisa esposizione che ha caratterizzato la presentazione dei loro ultimi volumi pubblicati, ottiene lo scopo di tenere desta l’attenzione del pubblico presente. Ci troviamo nella sala consiliare del comune di Vallo della Lucania dove l’assessore Jenny De Cesare, in rappresentanza del sindaco Antonio Aloia, funge da anfitrione, accogliendo con garbo ed ospitalità i due autori. Assistman Enrico Malgi. E’ la prima volta – e speriamo che ci siano altre occasioni di replica – che i due personaggi presentano insieme i loro eccellenti lavori, dopo averli sottoposti ad un nutrito stuolo di uditori sparsi in giro per tutta l’Italia.

Il Respiro del Vino del professore Luigi Moio, edito da Mondadori, ripercorre con dovizia di particolari il lungo cammino che ha sempre affascinato l’aspetto sensoriale del vino, con particolare attenzione per quello olfattivo, perché “…il profumo è coinvolgente e quel respiro trattenuto, al quale è impossibile opporre resistenza, anticipa tutto ciò che si sente in bocca subito dopo aver avvicinato il bicchiere alle labbra. Di quel profumo che può essere un effetto del sole di un’alba radiosa o delle nuvole che precedono la pioggia. Di quel profumo che forse è l’aspetto sensoriale più straordinario del vino, perché è anche il linguaggio della sua composizione, della sua storia, delle sue tradizioni, dei territori in cui nasce e dei microclimi che ne accarezzano i giorni. Il vino è la sintesi sorprendente dei profumi di tutto ciò che ci circonda, perché ha nella sua natura più profonda le tracce della terra, dei fiori, dei frutti, delle spezie, del mare, della montagna, del vento, della luce e di tante altre cose che nobilmente rappresenta…”.

Un libro sicuramente propedeutico e scientificamente didattico, ma che non stanca mai il lettore, perché è molto attraente ed interessante, segnato com’è anche da alcuni brani narrati in una forma dialogata estremamente scorrevole e di facile lettura. Un valido strumento di lavoro, quindi, adatto a tutti coloro che si accostano al fantastico mondo del vino come semplici appassionati, oppure già avviati sul sentiero professionale.

La Cucina Napoletana di Luciano Pignataro, dell’editore milanese Ulrico Hoepli, segna l’ennesima pietra miliare di una spasmodica ricerca sull’origine della gastronomia partenopea e campana in generale portata avanti con zelo, passione e competenza dall’autore da molti anni a questa parte, insieme alla dedizione per la viticoltura, marcatamente per quella meridionale. Un lungo, certosino e paziente lavoro di cesellatura che ha richiesto un profondo impegno da parte dell’instancabile giornalista, scrittore e blogger salernitano, che va ad integrare e completare i suoi precedenti e molteplici scritti. Luciano Pignataro, che come evidenzia giustamente nella prefazione del libro il famoso chef Alfonso Iaccarino “…ha colmato il gap tra Nord e Sud nel descrivere la qualità della vita e, nello stesso tempo, è stato un antropologo della vita rurale, a difesa di quell’artigianato alimentare che insieme ci siamo impegnati a difendere…” si pone proprio come collante tra la ricca e storica tradizione enogastronomica del Mezzogiorno e quella da sempre più opulenta e grassa e spesso in competizione del Settentrione.

La cucina napoletana a giusta ragione si può definire un mondo a parte, perché“…il cibo per i napoletani è talmente importante che non hanno un sostantivo per chiamarlo: usano il verbo mangiare che diventa sostantivo ‘o magnà, ossia il mangiare…”. L’ampia composizione di eccellenti piatti, frutto di una variegata e pregiata disponibilità di prodotti di terra e di mare, riesce a collocare Napoli al centro di tutto l’universo gastronomico. Ed in questo Luciano Pignataro si dimostra maestro nel saper descrivere doviziosamente la cultura e la bontà dell’arte culinaria partenopea. Nel suo libro sono menzionati e sapientemente descritti tutti gli aspetti, anche quelli più folkloristici, che riguardano le infinite proposte gastronomiche locali. Dalla pizza, che continua a fare scuola e dettare legge in tutto il mondo, alla ricca pasticceria, dalle pregiate paste artigianali ai meravigliosi latticini e formaggi, passando poi per il pesce, i molluschi, i crostacei, la frutta, gli ortaggi, i legumi ed i cereali. Non manca poi un intero capitolo dedicato ai vitigni ed ai vini autoctoni campani, che tanto successo stanno riscuotendo negli ultimi tempi. E poi ancora sono menzionati antichi locali e pizzerie che hanno segnato ed indirizzato tutta la storia dell’eccellenza gastronomica non solo napoletana. E per ultimo, ma si potrebbe dire per primo, la raccolta di un ricco e completo ricettario di tutte le bontà partenopee, descritto in modo chiaro ed esaustivo.

Insomma, per concludere, si tratta di due volumi, che hanno da subito incontrato il favore dei lettori, veramente indispensabili ed accattivanti. In quello del professore Luigi Moio ci s’immerge in un mondo affascinante e “profumato”, mentre Luciano Pignataro, di pari passo, ci conduce per mano in un universo fantastico come quello di Alice nel Paese delle Meraviglie. Alla fine dell’incontro sono stati acquistati da parte del pubblico le copie dei volumi interessati, con tanto di firma e dedica da parte degli autori.

Foto di Rosario Di Giacomo


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