Non è facile la vita dei ristoratori italiani: burocrazia, crisi economica…. Sentite un po’ questa.
Una mazzetta da 7/8 mila euro ogni 100mila di «sconto» sulla somma da versare al fisco. Con l’accusa di concussione sono stati arrestati oggi dai finanzieri del Gico due ispettori dell’Agenzia delle Entrate di Roma. Si tratta di G.C., e G.P.. Avevano chiesto 25mila euro a ristoratore per ridurgli una sanzione.
Ad emettere il provvedimento di custodia cautelare è stato, su richiesta del pm Mario Palazzi, il gip Simonetta D’Alessandro.
I due ispettori, nel corso di una verifica nel ristorante «Mezzo» di via di Priscilla, avevano prospettato al titolare, sulla base «di infondati calcoli – si legge nell’ordinanza – legati al quantitativo di pasta acquistata, maggiori ricavi non dichiarati» e quantificati inizialmente in oltre un milione e 100 mila euro, poi ridotti a 560mila. Per abbassare l’entità della sanzione a 140-150mila euro, i due ispettori avrebbero chiesto 7-8mila euro ciascuno concordando una mazzetta complessiva di 28mila euro, poi ridotta a 25mila.
Al momento della consegna del danaro, Costantini e Giliberti da tempo sotto osservazione delle fiamme gialle, in gergo parlavano con il ristoratore di «documenti»; i due avevano avuto sentore
della «trappola» e hanno evitato di incassare il balzello, consegnando al ristoratore il verbale relativo alla presunta evasione di 560mila euro. Prima di allontanarsi, Costantini si era rivolto al ristoratore chiedendo: «Mi sta fregando?».
Anche se il danaro non è stato prelevato, la concussione rimane e da qui la richiesta di arresto.
Particolare rilievo assume, per gli inquirenti, un’intercettazione in cui Costantini e Giliberti, commentando una perquisizione alla quale erano stati sottoposi, affermano: «È annata bene». In
un altro dialogo telefonico intercettato dal Gico, Giliberti dice esplicitamente: «Per fortuna che i soldi non l’ho presi … per fortuna». Alla luce di quanto accaduto, la procura intende accertare se altre verifiche compiute, soprattutto in ristoranti, da Giliberti e Costantini siano sfociate in richieste di tangenti.
I due devono rispondere anche di falso e truffa nei confronti dell’Agenzia delle Entrate per aver redatto verbali relativi alla verifica nel ristorante «Mezzo» con l’indicazione di orari nei quali, come emerso dal controllo delle celle telefoniche, risultavano altrove.
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