Migliaccio salato

Pubblicato in: i primi

di Sara Afeltra

Ricordo il mio tempo da bambina, questo periodo ,il profumo di carnevale e lei “mia nonna”in cucina con i suoi pentoloni, preparava il”Migliaccio salato” avevo l’acquolina in bocca  e la gioia negli occhi, percepivo il suo amore che metteva quando cucinava ed è forse questo che rendeva ancor piu buono ciò che lei preparava.
Sappiate che questi racconti abbianati alle pietanze sono frutto d un riferimento contadino ed è per questo che potrebbero risultare ingenui o grotteschi agli occhi di un lettore esperto o qualunque esso sia , ma è proprio questo il bello delle storie tramandate oralmente , chi ha vissuto in tempi “antichi” anima il semplice, che è un concetto a volte troppo usato senza spessore.

Ma ci sono cose che appartengono al proprio sangue, fluiscono insieme alle parole e generano mistero nel momento in cui si cucina, chi assaggia quel sapore rievoca la sua esperienza culinaria.
Ingredienti
1kg spaghetti di Gragnano
500gr di semola di grano duro
400g salsiccia secca
4 litri di acqua
5 uova
Sale e pepe
Sugna /olio

Procedimento

Prendere una pentola e riempirla con 4 litri di acqua. Tagliare la salsiccia secca a rondelle e metterla nell’acqua a bollire con un pizzico di pepe macinato.
Appena l’acqua inizia a bollire buttare gli spaghetti precedentemente spezzati in tre parti, salare e a metà cottura buttare la semola facendola cuocere per circa 5 minuti. Spegnere il fuoco e amalgamare il tutto finché non raggiunge la giusta densità.

Lasciar a riposo 5 minuti, dopodiché aggiungere 5 uova e girare il composto.

Iniziare a formare il migliaccio, prendendo un mestolo del composto e disporlo nel piattino, il raffreddamento farà indurire il migliaccio. Dopo il raffreddamento avvenuto nel piatto avremo la formella.

 

Procedere alla cottura, prendere una padella, metterci olio e sugna, staccare dal piatto il migliaccio e farlo soffriggere da entrambi i lati.
Mia nonna aveva l’abitudine di cospargerlo di zucchero, per noi era gioia avevamo il dolce, il sapore del dolce, la percezione del buono, quello che ad oggi ricordo e che mi fa sognare ogni volta che ritrovo il sapore di quando ero piccola.


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