Napoli fuori Napoli: guida alle pizzerie della provincia. Vesuvio, Sorrento e Pozzuoli

Pubblicato in: Le pizzerie

di Tommaso Esposito

Mangiare una buona pizza fuori Napoli si può? Eccome! Certo, basterebbe seguire il passaparola oppure i ganci che la rete offre. Noi, invece, abbiamo pensato di seguire il filo rosso che unisce da una parte i custodi della pura tradizione napoletana e dall’altra la new wave, la nuova generazione di pizzaioli che puntano sulla ricerca di impasti molto idratati, lunghe lievitazioni, materie prime campane eccellenti. In provincia ci sono gli uni e gli altri. Faro in questo senso sono stati Salvatore & Francesco Salvo a San Giorgio a Cremano.

Hanno saputo creare un modello di pizzeria moderna che non ha perduto nulla di popolare e familiare. Grandi numeri, altissima qualità, una vera e propria macchina da guerra gestita tecnologicamente senza perdere mai un colpo. Sempre nel vesuviano a San Giuseppe c’è Voglia di Pizza con Luigi Cippitelli. Usa solo prodotti da filiera cortissima come l’olio di Villa Dora.

Giuseppe Pignalosa a Le Parulesopra Ercolano, ha addirittura adottato i prodotti degli orti del vulcano, buone sono quindi le sue pizze stagionali.

A Terzigno c’è Haccademia con Aniello Falanga, un cuoco che oramai ha sposato a vita il forno.

Volla è il regno della Pizza Fiocco la più imitata al mondo dopo la Margherita. L’anno inventata e brevettata i fratelli Roberto e Salvatore Susta a Shekkinah.

‘O Scialatiello a Marigliano si segnala per il giovane Carmine Granato. Speciale è la pizza con il filetto di baccalà alla brace.

Genuino a Nola vede l’accoppiata di Stefano De Simone con Paolino Natale. La loro pizza ai due pomodori va gustata, come pure le fritture di verdura.

A Pomigliano D’Arco i Cuorvo stanno lì da sempre con Gioacchino e i fratelli, buona è la pizza nel ruoto, mentre Angelo Mazzacane vi aspetta a Falernum con la sua Lardiata.

Acerra, intanto, sta diventando una vera meta pizzosa. Tra le tante pizzerie Bella Napoli di Vincenzo Di Fiore oggi si segnala per Mammarella e Cerrana, l’una con i carciofi alla brace l’altra con i fagioli cannellini locali presidio Slow Food.

Poi ci sono Giglio con Gaetano che crea e propone una nuova pizza al giorno, Amatricia Mia e Pesto Scomposto sono le ultime.

Totò e i Sapori di Mauro Autolitano che ha il tocco magico con il mussillo e il coroniello, Tiziano è da non perdere

Taverna del Re di Francesco Petrella che si è inventato tra l’altro Pizzaburger, la pizza panino; Gaetano Paolella campione dell’asporto con il suo nuovo spazio gourmet; La Lanternina di Enzo Feldi con le sue integrali e Pummarò di Attilio Albachiara dove trionfa la tradizione verace.

A Casalnuovo ‘O Gemello, cioè Luigi Castaldo ha ripensato tutto e ora allo stesso forno di un tempo affida il suo nuovo corso.

Una puntata verso Vico Equense per fermarsi Da Gigino, qui si è inventata la pizza a metro ed è sempre una festa. Acqu’e Sale ci farà raggiungere Sorrento dove Antonino Esposito ha pensato bene di sottrarre la pizza agli standard turistici.

Una corsa in aliscafo e si raggiunge Ischia per fermarsi a Il Limoneto dove Ivano Veccia ha spaccato con le sue novità modificando le abitudini isolane.

Da non perdere è la sua Tradizione con scarola a crudo e alici.
Si rientra a Pozzuoli. I Campi Flegrei sono conquistati da Diego Vitagliano che ha aperto 10 Pizzeria.

Impasti ultra leggeri e condimenti golosi ricercati in zona. Così pure Ammaccamm avviata da Salvatore Santucci si segnala per la grande qualità. Insomma, in provincia di Napoli c’è da girare molto e restare presi per la gola a bocca di forno.


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